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Da sei anni, il 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, si celebra la “Giornata della memoria”, per ricordare la Shoah, la persecuzione dei cittadini ebrei, di tutti coloro che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte. Ecco alcuni libri e romanzi, adeguati a diverse fasce d’età, per raccontare ai più piccoli questo drammatico momento storico. Freschissimo di stampa è Il bambino con il pigiama a righe di John Boyne (Fabbri editori, 14,00 euro) che racconta la storia e l’amicizia di due ragazzini, uno internato in un lager e l’altro figlio del direttore del campo di Auschwitz. A dividerli è una rete. Il bambino al di qua della rete si chiama Bruno, l’altro ha un nome difficile e indossa uno strano “pigiama a righe”. Un libro dal finale drammatico e senza consolazione. Per un pubblico più grande, di adolescenti, è invece molto interessante la proposta di Will Eisner, il padre del “graphic novel”, che racconta a fumetti Il complotto (Einaudi Stile Libero, 15,00 euro), la storia dei celebri protocolli dei Savi di Sion, materiale inventato come propaganda antiebraica. È per lettori dai 10 anni Le lettere del sabato di Irene Dische (Feltrinelli, 6,50 euro), un racconto che ricorda la poesia del celebre film di Roberto Benigni, La vita è bella. Peter si trasferisce con il padre Laszlo dall’Ungheria a Berlino. Non sa di essere ebreo e quando il papà non può più nasconderglielo, lo rimanda in Ungheria, dal nonno. Qui Peter aspetta le lettere che ogni sabato arrivano puntuali da Berlino e lo fanno sognare. Ma l’illusione si fa sempre più fragile tra storie di una Germania sconvolta dalla seconda guerra mondiale e di un’Ungheria che attende d’essere invasa dai tedeschi. Di recente pubblicazione è anche Oltre l’orizzonte di Annika Thor (Feltinelli Kids, 11,00 euro), l’ultimo titolo della saga, iniziata con Un’isola nel mare, delle sorelline Steffi e Nelli, due bambine che da Vienna sono dovute scappare verso il nord a bordo di un treno e lasciandosi alle spalle la famiglia e ogni certezza. Ora le due ragazze sono diventate grandi e la pace tanto desiderata è arrivata. Steffi è quasi adulta: ha diciotto anni e sta prendendo il diploma, che dovrebbe permetterle di continuare gli studi e diventare, come desidera da sempre, un medico come suo padre. Ma del padre non si hanno ancora notizie, e le due sorelle, grazie a delle associazioni che si occupano della ricerca degli ebrei scomparsi, fanno domanda per riuscire a rintracciarlo. Pubblicato lo scorso gennaio è La portinaia Apollonia, una storia scritta da Lia Levi per le belle edizioni di Orecchio Acerbo (10,00 €, età di lettura dai 7 anni). Un delicato racconto sulla shoah vista dagli occhi di un bambino e magnificamente illustrato da Emanuela Orciari. È l’autunno del 1943, Daniel è un bambino ebreo. Il papà non c’è, e la mamma lavora tutto il giorno, così Daniel deve correre a fare la fila per comprare da mangiare. Ma è la portinaia Apollonia a spaventarlo più di tutto…Nel quartiere si dice che sia una strega. Finchè un giorno proprio quella strega terribile si rivela essere una donna buona e molto coraggiosa. I testi sono adatti anche per i giovanissimi, brevi e semplici, accompagnati da belle immagini. Un libro perfetto per introdurre il discorso sul nazismo e le leggi razziali.Sempre per i lettori più giovani c’è La storia di Erika, di Ruth Vander Zee (Edizioni C’era una volta…, 2003, 14,00 €). L’autrice del libro, durante un viaggio in una cittadina medioevale tedesca, incontra una signora con cui scambia due parole su un muretto: poche battute per capire che in comune hanno l’origine ebraica e la signora, Erika, comincia a raccontare la sua storia. La famiglia di Erika, probabilmente rinchiusa in un ghetto, viene presa e caricata, come tante altre migliaia di famiglie ebree, su un treno per i campi di concentramento. Erika ricostruisce la sequenza degli avvenimenti che ipotizza siano avvenuti, facendosi una serie di domande che scavano solchi profondi nell’anima di chi ascolta, come probabilmente li hanno scavati nella sua in tutti questi anni: «Mi chiedo cosa abbiano provato quando giunsero alla stazione ferroviaria. …Immagino mia madre che mi abbraccia stretta, come a proteggermi dal fetore, dalle grida, dal pianto, dalla paura, che ammorbano l’aria livida del vagone. Chissà se pronunciò il mio nome, mentre mi avvolgeva stretta nella coperta di lana. Se mi baciò, dicendomi quanto mi voleva bene. (…)». Rinchiusi nel vagone, consci ormai che «da quel viaggio non sarebbe tornato nessuno», i genitori di Erika la gettano dal finestrino su un tappetino d’erba, dove viene trovata e raccolta da qualcuno e affidata ad una donna che, a suo rischio e pericolo, la alleva come se fosse sua figlia, volendole bene. Erika si sposa a ventun anni, con un uomo “meraviglioso” e si costruisce una famiglia con tre figli e poi dei nipotini. «Oggi la mia genia ha messo nuove radici» conclude Erika raccontando la sua storia, come ad affermare la continuità della vita, nonostante i sei milioni di esseri umani «la cui esistenza fu vilmente profanata, il cui albero genealogico venne abbattuto». Ad accompagnare in modo magistrale il testo, sono le immagini, spesso a tutta pagina, di Roberto Innocenti, dalla nitidezza fotografica iperrealista, ricchissime di dettagli e di particolari nella descrizione degli ambienti (la stazione, i vagoni dei treni, le pozzanghere per terra e persino le traversine delle rotaie) e anche del vestiario dei personaggi ritratti (in cui spicca sempre la stella a cinque punte), ma con l’angosciante particolarità dell’assenza di volti umani: infatti tutte le figure sono rappresentate di spalle o al massimo di tre quarti, senza che si possa intravedere alcun tratto caratteristico del viso quali occhi o bocca. Quasi fosse troppo doloroso, anche per l’illustratore, guardare in faccia, leggere le emozioni sui volti dei protagonisti del racconto.Per altri approfondimenti sul tema ecco una breve bibliografia:Per i lettori più grandicelli c’è il bellissimo STELLE DI CANNELLA di Helga Schneider, pubblicato da Salani. Feltrinelli invece ha pubblicato UNA TRILOGIA AL FEMMINILE protagoniste due bambine che da Vienna sono dovute scappare verso il nord a bordo di un treno lasciandosi alle spalle ogni certezza. Tra i diversi bei libri che Uri Orlev ha dedicato all’argomento abbiamo scelto di segnalarvi L’ISOLA IN VIA DEGLI UCCELLI la cui prima edizione risale ancora al 1993 e nel marzo 2004 è stata realizzata la quinta ristampa sempre a cura dell’editore Salani. L’autore, Uri Orlev, ebreo polacco, ha vissuto tre anni nascosto con la madre e un fratellino nel ghetto di Varsavia, dal ’39 al ’41, prima di essere deportato a Bergen-Belsen. Tale esperienza è la base di questo racconto reinventata e filtrata attraverso una classica narrazione d’avventura. Un altro autore molto amato dai ragazzini, Jerry Spinelli (suo Stargirl) ha da poco pubblicato Misha corre (Mondadori, 9,50 €, età di lettura dagli 11 anni), la storia di un ragazzo che non ha nome. Un orfano che viene chiamato ebreo, zingaro, ladro, nanerottolo, sporco figlio di Abramo. È un ragazzo che vive nelle strade di Varsavia nel periodo delle retate naziste. Un bambino che ha un disperato bisogno di affetto e di legami, che si affeziona ad una famiglia ebrea e va a vivere con loro nel ghetto,. Quando iniziano i rastrellamenti Misha riesce a scappare mentre vede la sua “famiglia” venir caricata sui treni. Sopravvive alla guerra ma rimane segnato da ciò che ha vissuto. Un libro molto forte. Una storia raccontata in modo vivido. Speciale a cura della Redazione di For Kids27 gennaio 2006FOR KIDSTutti i diritti riservati