Lodovica Cima
30 dicembre 2004 di Redazione
Lodovica Cima

Oltre ad essere mamma di due splendidi bambini Lodovica Cima di mestiere fa la scrittrice: inventa e scrive storie, fiabe, avventure per i giovani lettori ma anche testi scolastici (più di una dozzina pubblicati per lo più da Giunti e De Agostini). Molti di voi l’avranno conosciuta leggendo ad esempio Il libro dei diritti dei bambini (Bompiani), il libro-gioco Il puzzle dei mestieri (De Agostini), Nonno tricheco (Bruno Mondadori), Lele goal! (I gatti Bianchi, Edizioni Messaggero) una storia delicata e divertente sulla diversità, oppure La principessa allergica una fiaba moderna, che racconta di una bambina che ha il coraggio di uscire “allo scoperto” per conoscere altro da sé, e moltre altre storie ancora. Tutte queste avventure sono nate in un piccolo studio sui tetti dove Lodovica si rifugia a lavorare. «Scrivo in uno studio, piccolo piccolo» – racconta – «ricavato da un solaio che si affaccia sui tetti della vecchia Milano. D’inverno è freddo, d’estate è torrido, ma è la mia tana e mi ci sono abituata». Il tuo debutto nel mondo dell’editoria per ragazzi come autrice è stato con Tommaso e l’amico per caso , come è nato questo libro?. È nato in un momento in cui avevo un po’ di tempo a disposizione e fa parte di me, perché è la storia più auobiografica che ho scritto. Tommaso, in gran parte sono io, anche se quando avevo la sua età vivevo a Lecco dove c’era una biblioteca senza spazi per ragazzi e con una bibliotecaria assai severa che ci cacciava via. L’amicizia, che è il tema portante della storia è sempre stata per me una delle ricchezze della vita, quella, forse più difficile da ottenere, soprattutto a nove/dieci anni. E come è nata la storia di Mammatonda? È una storia nata per scherzo, mentre aspettavo Costanza, la mia secondogenita. Ero costretta a letto, durante l’ultimo mese di gravidanza e Tommaso, il mio primo figlio era lontano, dalla nonna, così ho immaginato di entrare nella sua mente e ho scritto, quasi per scherzo, quello che pensavo potesse vivere in quel momento. Lui era troppo piccolo per spiegarmi come ha vissuto quei momenti, così li ho immaginati da sola. Oltre a libri di narrativa scrivi anche filastrocche e libri-gioco dalla Casetta delle forme al recente Il gioco delle famiglie, come mai questa scelta? Più che scrivere in questo caso io progetto e realizzo con l’aiuto di grafici e illustratori l’idea che ho in testa. In questo tipo di libri il testo scritto è quasi nullo, ma lo sforzo progettuale è tanto. La casetta delle forme e Il gioco delle famiglie sono il primo e l’ultimo di una fortunatissima serie di libri gioco (ormai siamo attorno ai 15 titoli) che è stata venduta in Spagna, nel paesi dell’est e ora anche in Israele. Il protagonista è un orsetto di nome Otto, che si mette alla portata dei bambini e gioca con loro. Ho scelto di progettare questo tipo di prodotto perché trovo molto stimolante provare tutte le vie per comunicare con i bambini, anche quelle dei linguaggi non verbali. Tra i tuoi hobby c’è anche la musica di cui hai raccontato nel recente Musica, maestro!(Valentina Edizioni)? La musica fa parte della mia vita: ho studiato pianoforte, ho un marito musicofilo e cerco di coltivare questo interesse ascoltando il più possibile musica a casa e andando ai concerti. Musica Maestro è un omaggio agli strumenti musicali. Anche qui ho cercato di interpretarli, uno per uno, con gli occhi e gli orecchi di una bambina che ha una fervidissima fantasia e sogna, accompagnata dal suono di ogni strumento, cose fantastiche… Con i laboratori e gli incontri nelle scuole hai spesso occasione di confrontarti con bambini diversi ritieni sia un ottimo “strumento” per trovare ispirazione e creare nuove storie? I laboratori e gli incontri nelle scuole, per un certo periodo dell’anno mi “catturano” e finita la stagione di questi viaggi su e giù per l’Italia, sono esausta, ma non ci rinuncerei per nulla al mondo, perché sono il mio contatto diretto con i bambini più diversi. Il letto delle stelle è una storia nata proprio da un incontro in una scuola con un bambino che mi ha colpito. Poi attraverso il mio sito, i più affezionati mi scrivono e mi mandano le loro storie inventate. Anche mamme e insegnanti spesso mi scrivono chiedendo consigli o ringraziandomi perché i loro bambini hanno apprezzato i miei libri. Sei mamma di due bambini di 8 e 6 anni, a loro racconti spesso le storie? Quali sono le loro preferite? La sera, fino a poco tempo fa ognuno di loro poteva scegliere: “storia letta o inventata” e la mamma leggeva o inventava al momento. Ora le cose sono un po’ cambiate perché sanno leggere da soli e preferiscono scegliere e leggere autonomamente, ma qualche volta è la mamma che legge a voce alta. In primavera siamo stati in vacanza in un appartamento d’affitto in cui non c’era televisione e la mamma ha letto per loro Alice nel paese delle meraviglie e Peter Pan . Due classici un po’ lunghi per essere letti da loro, ma che letti da un adulto possono essere davvero apprezzati. A cura di Lucia Dalla Cia 30 dicembre 2004 .

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