Autore: Vilma Mazza
Editore: Sonda
Illustrazioni:
Anno: 2002
Collana:
Prezzo di copertina: €14
Un libro per genitori e insegnanti
Età di lettura:
Usare la Tv senza farsi usare è un manuale “per genitori e insegnanti che non vogliono lasciare i bambini soli davanti alla TV”; ma c’è ancora bisogno, dopo 50 anni di vita di televisione italiana, di libri che ci spieghino com’è fatta e che effetti può avere? Sembrerebbe proprio di sì, e per capirlo basta fermarsi per un attimo a riflettere su quali strumenti, oggi, per esempio a scuola, vengono forniti ai nostri bambini per conoscere e non “subire” la televisione: se infatti nei Programmi Didattici per la Scuola Elementare dell’ormai lontano 1985, la conoscenza del mezzo televisivo veniva espressamente citata tra gli obiettivi di educazione all’immagine, dove trovavamo, tra i molteplici riferimenti a tale argomento: «conoscere la produzione televisiva per avviare una lettura selettiva dei programmi e ad una prima conoscenza delle peculiarità tecniche e comunicative del mezzo televisivo», con la riforma scolastica attualmente in atto, nelle Indicazioni Nazionali per i Piani di Studio Personalizzati per la scuola primaria, non c’è purtroppo alcun riferimento alla conoscenza e allo sviluppo di una capacità di lettura critica del mezzo televisivo, né nello spazio dedicato all’educazione all’immagine, né tanto meno in quello creato, ex-novo, per le discipline di “tecnologia e informatica”, in cui ovviamente il protagonista è il computer con tutto ciò che gli ruota intorno. I nostri figli impareranno dunque a conoscere e a usare il computer, mentre saranno “lasciati soli”, almeno dalla scuola, quando guarderanno la TV.Eppure qualsiasi genitore, e qualsiasi insegnante, sa che tutti i bambini, anche quelli provenienti da famiglie economicamente “disagiate” e persino da altri paesi, hanno la televisione in casa e la guardano per parecchie ore al giorno, a cominciare dalla mattina appena alzati, mentre per ora è solo una risicata minoranza di “fortunati” che dispone di un computer tutto suo in casa.E’ come se la televisione fosse diventata ormai una presenza talmente scontata nelle nostre case, talmente integrata con la giornata di ciascuno, tanto più dei bambini, da renderne gli effetti del tutto inoffensivi, o perlomeno poco visibili e da tenere in scarsa considerazione. Questo libro ci ricorda invece, con toni pacati e ragionevoli, senza dare interpretazioni apocalittiche o drammatiche, ma con rigore scientifico e basandosi su indagini nazionali e internazionali, che la televisione ha e produce inevitabilmente degli effetti su chi la guarda, in modo ovviamente più incisivo su coloro i quali, come i bambini, faticano ancora a 8 anni a distinguere tra realtà e finzione; ci dice anche però che tali effetti non hanno carattere “assoluto”, ma sono fortemente condizionati dall’ambiente in cui il bambino cresce e fa esperienze di vita quotidiana. Come a dire che, se il giovane telespettatore ha un modello di famiglia e di ambiente positivo, che lo aiuta ad interpretare correttamente e a filtrare le miriadi di messaggi che gli arrivano dal teleschermo, qualsiasi sia il contenuto del messaggio questo non potrà mai essere la causa diretta e unica di comportamenti devianti dalla norma. Ma se questo filtro non viene “attivato”?Vilma Mazza ci guida quindi a capire perché i bambini guardano la televisione, ci illustra le diverse tipologie di effetti che “il grande fratello” può produrre, il tipo di apprendimento che si può inconsapevolmente ricavare dalla TV; ci descrive, evidenziandone similitudine e differenze, i diversi tipi di programma che costituiscono il palinsesto televisivo, dal reality show alla situation comedy, dal telefilm al cartone animato, fino ad arrivare alla pubblicità, che ormai è diventata parte integrante di tutti gli altri programmi. L’autrice analizza poi alcuni prodotti televisivi per bambini e ragazzi che a suo parere costituiscono degli esempi positivi di televisione, fornisce indicazioni per costruirsi una “videoteca di qualità” e suggerisce cinque azioni fondamentali per rendere il telespettatore “protagonista” e non oggetto passivo che subisce il flusso ininterrotto del mezzo televisivo. Infine, per chi volesse approfondire ulteriormente l’argomento, l’ultimo capitolo propone una bibliografia ragionata di testi che permetteranno anche di scoprire altri punti di vista.Genitori, e insegnanti coraggiosi che se la sentiranno di affrontare questo argomento anche se, o soprattutto perché, dimenticato dalla Riforma Moratti, sono quindi invitati a raccogliere l’invito: non lasciamo soli i nostri figli davanti alla TV!! A cura di Zirca.