Autore: Daniella Carmi
Editore: Salani
Illustrazioni:
Anno: 2011
Collana:
Prezzo di copertina: €12,50
Età di lettura: dagli 11 anni
Una bellissima scrittura che sa raccontare con la semplicità e la nuda essenzialità dei bambini il conflitto israele-palestinese
Se provi a contare le stelle di Daniella Carmi, pubblicato in passato da Mondadori con il titolo Samir e Jonathan e ora riproposto da Salani, racconta la storia di un bambino palestinese che vive nei territori occupati e che per un incidente giocando deve farsi ricoverare “nell’ospedale degli ebrei” per un’operazione al ginocchio.
Samir non ci vuole andare è angosciato all’idea di lasciare la sua casa, la sua famiglia che ha da poco subito la tragica perdita di un figlio, Fadi, di poco più piccolo di Samir, che è stato ucciso dai soldati israeliani mentre giocava per strada. Per tutte queste ragioni Samir non vuole andare nell’”ospedale degli ebrei”, ma è costretto ad andarci. E una volta in ospedale dovrà anche cavarsela da solo in questo 2territorio straniero” perché il blocco non permetterà alla sua mamma di venirlo a trovare, di consolarlo prima e dopo l’intervento. Sarà solo con la sua paura, la paura per il ginocchio e la paura di essere circondato da bambini ebrei. Ma proprio in quell’ospedale Samir scoprirà una realtà lontana da ogni stereotipo e diffidenza, e troverà un’amicizia inattesa. lì conosce quattro bambini ebrei che sono nella sua stanza, quattro bambini con delle ferite piccole e grandi nel corpo e nel cuore. C’è Ludmilla una ragazzina russa che si rifiuta di mangiare, Miki, che è stata picchiata dal padre, Zachi irrequieto e sempre pronto alla sfida e infine Jonathan, grande appassionato di astronomia. Sarà lui a svelare a Samir un mondo diverso, fatto di pianeti e galassie, e soprattutto gli farà capire che può accadere l’impossibile: che due “nemici sulla carta”, come loro, possono fare amicizia in nome delle stelle.
Del romanzo della Carmi, pluripremiato all’estero e che ha avuto anche la menzione d’onore dell’Unesco per la letteratura per ragazzi al servizio della tolleranza, colpisce la scrittura: limpida, tersa che nulla concede alla retorica, a toni vittimistici o di rivalsa.