Autore: Andrea Apostoli, Edwin Gordon
Editore: Curci Edizioni
Illustrazioni:
Anno: 2005
Collana:
Prezzo di copertina: €12,50
Età di lettura:
Impariamo a raccontare la musica come una fiaba. Come per apprendere il linguaggio il bambino, fin dai piccolissimo, prima di essere spinto a dimostrare “cosa sa fare” è importante possa ascoltare a lungo lo stesso avviene per la musica. Per la lingua materna il processo avviene in modo quasi naturale tramite le parole, i discorsi, le fiabe e le filastrocche che gli adulti raccontano al piccolo. Così deve essere anche per la musica. Questo è il concetto di base della Music Learning Theory di Edwin Gordon che in questa breve guida scritta a quattro mani con Andrea Apostoli, presidente dell’Associazione Italiana Gordon per l’Apprendimento Musicale (www.aigam.org) si offre come un utile strumento per un genitore e un educatore che desidera stimolare lo sviluppo della musicalità nel bambino da 0 a 5 anni.Durante i primi anni di vita il bambino sembra, infatti, essere spontaneamente incline a comunicare in modo musicale. Un’innata vicinanza al linguaggio musicale è senz’altro riconducibile al ruolo che proprio il suono riveste nella relazione tra mamma e bambino durante la vita prenatale. Questa è infatti caratterizzata per tutta la sua durata dalla presenza di vibrazioni sonore che risuonano nel corpo materno. Nel liquido amniotico arrivano al bambino suoni che la mamma emette volontariamente, parlando o cantando, e quelli prodotti dal corpo (battito cardiaco, respirazione, ecc.). Fin dai primi momenti quindi il suono è un mezzo privilegiato di relazione con la madre.Successivamente, durante i primi mesi di vita, la comunicazione fra mamma e bambino continua ad avere caratteristiche musicali. La madre, nel dialogo intimo vis a vis col neonato, accompagna le proprie espressioni facciali con vocalizzazioni di suoni, piccole melodie, ritmi e saliscendi di intonazione.Fino ai tre anni la capacità di apprendere il linguaggio musicale è estremamente elevata nel bambino. Ma come fargli imparare il linguaggio delle note senza forzare passaggi, senza rendere pedante e noioso questo apprendimento?Come per la lingua, nessuno “insegna” ai bambini a parlare: le competenze necessarie all’acquisizione del linguaggio si sviluppano spontaneamente, secondo un processo fatto di assorbimento e di liberi tentativi. Il repertorio di suoni che il bambino emette nei primi mesi di vita è vastissimo ed è fondamentale per lui esplorarlo liberamente.Ecco alcuni suggerimenti pratici:Un ambiente ricco di stimoli musicali: A costituire un importante stimolo sono innanzitutto le esperienze di ascolto di musica cantata o suonata dal vivo. Basta una mamma o un papà che cantano guardando negli occhi il loro bambino. Proprio come farebbero raccontandogli una fiaba. Così il piccolo assorbe il linguaggio musicale e vive la partecipazione emotiva che scaturisce dal fare musica insieme. Varietà: Ascoltare musica di qualità e varia è un altro elemento importante. Non è vero che i bambini hanno bisogno di musiche “bambinizzate”, rese semplici e povere. Il repertorio che li potrà incantare, stupire e incuriosire può liberamente muoversi dalla classica, al jazz passando per la musica popolare. Assenza di testo. Meglio se all’inizio non ci sono parole ma solo musica cantata o strumenti. In questo modo non si obbliga il bambino a lavorare su più livelli: il linguaggio musicale e quello parlato.Ripetitività: più il bambino è piccolo più devono essere brevi i brani che gli faremo ascoltare per non saturare la sua attenzione. E poi proprio come per la fiaba, che per sere e sere di seguito desidera sempre la stessa, così sarà per la musica e vorrà che gli ripetiamo all’infinito sempre lo stesso ritmo o motivo.Silenzio: Come possiamo creare momenti di ascolto di qualità in un vissuto quotidiano dominato dal fluire scomposto di suoni e parole provenienti in continuazione dalla radio, dalla tv? Ascoltare musica a casa, insieme al proprio bambino, deve assumere particolare importanza, scegliamo quindi di accompagnare con la musica piccoli riti e gesti quotidiani come il cambio, il bagnetto, il momento della nanna, il risveglio. La musica entrerà così a far parte dei gesti rituali che lo rassicurano e lo accompagnano nei diversi momenti che scandiscono la sua giornata.Il canto come strumento di relazione. Cantiamo guardando negli occhi il nostro bambino. La musica diventa così un tramite per comunicare un universo di affetti, emozioni che condividiamo con lui in quel momento speciale. Proprio come avviene nel momento della fiaba.Solo successivamente comincerà la fase di imitazione, in cui il bambino deve essere libero di procedere per tentativi ed errori solo così comincerà a formare il proprio linguaggio musicale. Dopo che avrà fatto suo questo percorso avrà senso introdurlo allo studio di uno strumento. Mentre troppo spesso i bambini oggi arrivano all’istruzione musicale formale senza esserne pronti, ossia senza aver avuto modo di sviluppare prima un ricco vocabolario di ascolto, e di interagire liberamente con vocalizzazioni musicali e tentativi di imitazione. Si tende invece ad insegnare al bambino, quanto prima possibile, semplici canzonette ad imitazione, trascurando le grandissime potenzialità di assorbimento che possiede durante la prima infanzia.La guida, scritta in modo piacevole e scorrevole, è accompagnata anche da un CD Rom che contiene canti senza parole composti secondo i principi della Music Learning Theory.ASCOLTA CON LUI, CANTA PER LUIAutori: Andrea Apostoli, Edwin GordonEditore: Curci Edizioni.Anno: 2005Prezzo. 12,50 euro.A cura di Laura OgnaFOR KIDSTutti i diritti riservati