TIMOTHÉE DE FOMBELLE È al suo debutto come scrittore per ragazzi e il giovane scrittore francese, continua a fare incetta di premi con il romanzo rivelazione Tobia. Un millimetro e mezzo di coraggio, seguito da Tobia e gli occhi di Elisha, una parabola ecologista sulla fragilità del mondo. In particolare Tobia. Un millimetro e mezzo di coraggio (San Paolo, 2007) ha ricevuto il Premio Andersen-Baia delle favole 2007 come miglior libro (età 9-12 anni) con la seguente motivazione: «Per una narrazione fluente e accattivante, appassionata e appassionante. Per l’originalità della vicenda che, nel riproporre in modo del tutto nuovo il tema “piccolo popolo”, diventa anche riflessione sui destini del nostro pianeta». A questo va aggiunto il prestigioso Prix Saint- Exupéry 2006 e il Prix Sorcières 2007 attribuitigli in patria,.Perché un mondo sull’albero?Nasce da un sogno che mi accompagna sin da bambino. Quando si osserva la sagoma di un albero, sembra un pianeta, un microcosmo. Ho sempre amato gli alberi, mi è sempre piaciuto, fin da piccolo salirci e quando si sale su un albero l’immaginario si apre all’infinito. Crescendo, ho conservato nel mio cuore quella magia e scrivere Tobia è stato un po’ come ritrovare lo sguardo dell’infanzia. Così è nato questo ragazzino che non ha né superpoteri, né poteri magici, ma che trova la sua forza nell’intelligenza, nell’immaginazione, nella volontà e nella speranza. Ho inoltre amato molti libri che hanno gli alberi per protagonisti a partire da “L’uomo che piantava gli alberi” Le illustrazioni accompagnano la storia con grande garbo, come è nata l’idea di illustrarla?Non pensavo che questo libro fosse illustrato, l’idea è stata dell’editore è l’ho sposata da subito. Ed è stato scelto il migliore, François Place, che ha saputo entrare nel mondo che avevo creato e l’ha fatto suo con grande sensibilità.L’illustratore François Place ha compreso perfettamente l’idea che avevo in testa. È uno dei più grandi illustratori francesi ma si è messo al servizio di un esordiente. Come se non bastasse con le sue immagini ha creato dettagli che arricchiscono la storia, aiutando il lettore a entrare in questo mondo minuscolo.Il suo libro è stato definito in molti modi: romanzo di formazione, ecologista, intimista. Tutto questo era nelle sue intenzioni?Desideravo scrivere un libro che fosse fedele a quello che sono, a ciò che amo. L’idea era di dare vita ad un’avventura che catturasse il lettore, una storia immaginata che non parlasse di me, così ho tolto tutte le protezioni e le difese ma con sorpresa alla fine della scrittura ho scoperto che ogni parte del libro mi assomigliava tanto. Il mondo in cui viviamo non è poi così diverso da quello di Tobia.Quando definiscono fantasy il suo romanzo quali sono le sue reazioni?Sono stupito di essere incasellato in quello scomparto ma non mi dispiace, può essere una buona occasione per coinvolgere i lettori di oggi abituati a leggere fantasy e solo fantasy. In un certo senso con Tobia vengono catturati da una dimensione fantastica ma poi portati a scoprire anche molto altro. Alla fine nel mio romanzo c’è ben poco di fantasy, è un romanzo naturalista, è un romanzo familiare, di formazione e di iniziazione Tobia lo si può definire un libro ecologista?Durante la mia infanzia ho trascorso molto tempo a contatto con la natura e l’ecologia è, per me, qualcosa di concreto. Non volevo però generare panico parlando dei pericoli che incombono sul pianeta. In Francia, tuttavia, il tema dell’ecologia è sempre più presente: la mentalità delle persone sta cambiando, ma c’è ancora molto da fare. Una frase di Calvino nel Barone rampante dice: “Arruolerò un esercito negli alberi, e ricondurrò alla ragione la terra e i suoi abitanti”. Riassume perfettamente la lotta di Tobia a favore della natura, tanto che inizialmente avevo pensato d metterla in apertura del libro.Ci saranno altri libri su Tobia?No, credo che il piccolo protagonista di questa storia lo lascerò tranquillo sul suo albero. Questo soggetto è stato molto importante per me. Ho insegnato in periferie parigine molto dure, dove i ragazzi non avevano mai toccato un albero, circondati solo dal cemento. Avevo il sogno di portarli nella foresta perché on si è in grado di difendere ciò che non si è imparato ad amare. Ma ora l’avventura di Tobia si è conclusa e se arriverà un’altra storia non avrà lui come protagonista. A cura di Laura Ognaottobre 2008FOR KIDS testata registrata presso il Tribunale di Milano N° registrazione 468 del 11/07/2006