Autore: a cura di Marisa Bonomi
Editore:
Illustrazioni: Stefania Pedra e Roberta Dallara
Anno: 2022
Collana:
Prezzo di copertina: €10,00
Età di lettura: genitori ed educatori
“Alle mamme dei bambini sordi venuti da lontano, che possano crescere qui sereni e senza dimenticare le loro radici” con questo augurio si apre “Preghiere illustrate dal Corano per bambini sordi musulmani” a cura di Marisa Bonomi e con le illustrazioni di Stefania Pedra e Roberta Dallara.
Un bellissimo progetto che ha preso forma in un piccolo libro sulla traduzione in LIS di alcune semplici preghiere del Corano per bambini sordi musulmani 0-8 anni.
“E’ fonte di disagio e di dolore per le madri – ha spiegato Marisa Bononi – cui è affidata l’educazione religiosa del bambino nei suoi primi anni di vita, vedere la difficoltà enorme, quasi l’impossibilità, che i loro bambini sordi manifestano nell’apprendimento anche delle più semplici frasi di qualche Sura del Corano.”
È nata così l’idea di una traduzione in LIS delle preghiere per i piccoli. L’uso della Lis può facilitare enormemente l’apprendimento delle preghiere perché la Lis è la lingua naturale per un soggetto sordo e perciò la più semplice da acquisire. Inoltre può favorire un maggior coinvolgimento dei genitori nella comunicazione col bambino e nel suo processo di crescita.
“Nella traduzione delle Sure in LIS – ha continuato Marisa Bononi – ci siamo trovati ad affrontare un grosso problema: la mancanza di termini religiosi musulmani nella lingua dei segni italiani, il che ci ha stimolato ad una interessante e proficua ricerca sulle traduzioni del Corano in lingua dei segni in Inghilterra, Indonesia, Stati Uniti. Alla fine, questa ricerca ci ha spinto ad inserire alcuni segni arabi nella LIS con l’assenso della Grande Moschea di Roma. Pensiamo sia stata cosa molto positiva e importante perciò mantenere nella nostra traduzione delle preghiere in LIS alcuni segni arabi specifici dell’islamismo. Il genitore che si trova tra le mani il libretto contenente non solo impaginazioni, illustrazioni riferite alla sua terra e cultura, ma anche termini arabi, non potrà che apprezzare il tentativo di fornirgli uno strumento valido per l’educazione religiosa del suo bambino, strumento che, pur facendo riferimento alla lingua italiana, integra anche segni appartenenti alla sua cultura d’origine.”