Lodovica Cima, carriera ed ispirazioni di una scrittrice
23 luglio 2019 di Redazione
Lodovica Cima, carriera ed ispirazioni di una scrittrice

Lavoratrice e mamma instancabile, Lodovica Cima ha risposto ad alcune nostre domande sulla sua carriera di editrice e scrittrice, raccontandoci della sua storia, dei suoi obiettivi e delle sue ispirazioni. Una donna forte che ha fatto della sua creatività una professione, condividendo e coltivando il proprio talento con tanti lettori appassionati.

La sua carriera lavorativa è a dir poco prolifica. Quanto pensa abbia influito il suo dinamismo lavorativo sulle sue opere? 

Credo abbia influito abbastanza. Mi ritengo una persona concreta, non amo restare con le mani in mano, cerco sempre di trovare qualcosa da fare. La curiosità, inoltre, è per me di vitale importanza, è una caratteristica che fortunatamente non mi manca.

Cosa ne pensa del panorama editoriale italiano? 

Divido il settore in due categorie, per semplificare le cose: da una parte i grandi editori promuovono una produzione molto legata alla cultura pop e spesso poco innovativa. Dall’altra gli editori indipendenti, meno visibili sul panorama commerciale, spesso lasciano spazio alla sperimentazione. La qualità che li contraddistingue è il clima più collaborativo, tra piccoli editori spesso ci si aiuta e ci si promuove bene sui social. Altri aspetti interessanti sono la comunicazione diretta con i librai ed il marketing culturale più creativo.

Qual è, secondo lei, la capacità essenziale che ogni scrittore deve avere per scrivere un buon libro? 

Ce ne sono molte, ti dirò le due per me più rilevanti. La prima è sicuramente la voglia di mettersi in gioco fino in fondo. Non bisogna scrivere per un ritorno di prestigio o di celebrità, ma condividere qualcosa di sé attraverso le pagine di un libro. La seconda è non accontentarsi. È importante saper lavorare sulla pagina scritta, imparando ad ascoltare anche le critiche.

Ha dei punti di riferimento letterari? 

Fin da piccola ho amato tutte le opere di Astrid Lindgren. Da storie celeberrime come Pippi Calzelunghe alle meno famose. Sicuramente la mia preferita è il romanzo Vacanze all’isola dei gabbiani.  

Fondamentali per me sono le indimenticabili filastrocche di Lina Schwartz.

Si è ispirata al metodo di scrittura di qualche autore per dare vita alle sue opere? Ha dei modelli di riferimento? 

Diciamo che non ho un modello fisso. Mi piace studiarne di diversi. Il mio è molto naturale, sono gli altri che definiscono il mio stile. Mi piace sicuramente assaggiarne di diversi, ampliando i miei orizzonti anche attraverso la lettura.

Si sente spesso dire che sempre meno persone leggono libri. Gli adolescenti, in particolare, non sembrano più essere interessati alla lettura. Come si può invertire il fenomeno? E a cosa pensa sia legato? 

Bisogna imparare a conoscere i nuovi adolescenti. Gli adulti pensano di capirli, ma non è così. Le nuove generazioni sono estremamente diverse dalla nostra, persino l’approccio cognitivo è cambiato, rispetto a qualche anno fa. Per invogliarli alla lettura è importante conoscere i loro interessi, capire in cosa sono voraci consumatori. Dalle serie tv ai videogiochi, il segreto per conquistarli sta nel creare storie che vadano incontro al nuovo immaginario. Se poi le storie sono scritte bene, sicuramente li rapiranno. In Italia i lettori sono pochi, ma voracissimi. Leggere è infatti faticoso, ma vale ogni sforzo. La costanza è la chiave per conoscere i giovani di oggi.

Con la casa editrice “Pelledoca” si è cimentata nel mondo del mistery e del poliziesco per ragazzi. Cosa rende il genere adatto ai più giovani? 

Prima di lanciare l’iniziativa abbiamo analizzato il pubblico a cui era indirizzato. I giovani lettori nella fascia della scuola media spesso abbandonano completamente la lettura, oppure sono lettori maniacali, specializzati in un solo o pochi generi, in particolare il fantasy. Sia i primi che i secondi non amano o non vogliono leggere quello che è stato consigliato loro dagli insegnanti. Abbiamo pensato di creare un’alternativa al genere fantasy, proponendo il nero in tutte le sue forme. Dal noir al giallo e all’horror, la proposta sta riscontrando un buon successo.

 

Ci sono nuovi progetti o libri in cantiere? Ci può dare qualche anticipazione? 

Sto scrivendo un romanzo storico ambientato in Lombardia alla fine dell’800, un progetto strettamente legato ai miei luoghi d’origine. si tratta di una storia che ho nel cuore da tanto tempo, e parla di una ragazza di campagna che decide di spostarsi dalla campagna alla città per lavorare in fabbrica. Un trasferimento che metterà a dura prova la protagonista, la cui tenacia verrà però premiata. Si tratta di un romanzo di crescita al femminile, la cui storia è paragonabile alle vicende di tante ragazze che oggi decidono di andare a studiare o a lavorare all’estero.

Ha delle figure femminili di riferimento? 

Ultimamente Cristina Belgioioso, milanese che ha contribuito all’indipendenza dell’Italia nella lotta contro l’Impero Austro-Ungarico. La ritengo una donna forte e tenace, che si è messa a servizio degli ideali patriottici. 

A cura di Elisa Belussi 

 

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