Ho viaggiato fin qui (Edizioni Centro Studi Erickson), è una raccolta di storie di dolore, speranza, integrazione e disintegrazione di 28 ragazze e 3 ragazzi dai 15 ai 19 anni che attraverso il loro viaggio sono approdati sui banchi di una scuola dell’hinterland milanese, l’Istituto Istruzione Superiore Eugenio Montale di Cinisello Balsamo, e hanno accettato di raccontarsi in un diario. Il volume curato dalla giornalista Cristiana Ceci e dal professore Francesco Iarrera presenta 31 racconti autentici, potenti, attuali scritti in prima persona da ragazzi che narrano il trauma del distacco dalla patria e dagli affetti, dai villaggi e dalle campagne: un viaggio, talvolta rocambolesco, che li ha portati fino nel nostro paese.
Ho viaggiato fin qui raccoglie 31 racconti, non uno studio sui migranti, ma un racconto fatto in prima persona dagli stessi protagonisti, le voci narranti, «scrittori per caso in una lingua di recente acquisizione», come sottolinea nell’introduzione la giornalista e autrice Cristiana Ceci.
C’è la storia di Lidia Poryadenko che scrive «Se ci penso ho fatto tre viaggi per iniziare la mia nuova vita, uno per attraversare il mio Paese, l’altro per raggiungere l’Italia e un altro ancora dentro me stessa».
O ancora, il racconto di Miao, adolescente che arriva da un paesino nel cuore della Cina, che parla dei suoi cari lontani che sono “scomparsi come sassi sepolti dalla polvere portata dal vento».
Ma anche la storia di Adriana, cresciuta dai nonni in Ucraina sin da quando aveva tre anni. La mamma la chiama dopo tanti anni invitandola in Italia per una vacanza e lei fa un viaggio di due giorni in pullman, tutta sola. Per scoprire, una volta messo piede in questa terra completamente diversa persino negli odori, che la mamma non l’avrebbe più rispedita indietro. E che non avrebbe più rivisto i nonni e i suoi amici.
E poi ancora, Jefferson, peruviano, che ama leggere Il Cantico delle Creature di Francesco d’Assisi e che da grande vorrebbe fare l’economista. Jeona è arrivata dalle Filippine dopo aver vissuto l’intera infanzia con i suoi nonni paterni, che considerava i suoi genitori, e aver scoperto che in realtà la sua vera famiglia era in Italia.
Nome (obbligatorio)
E-mail (non sara' pubblicata) (obbligatorio)
Website