La storia di Malala, la ragazzina di soli 16 anni candidata al Premio Nobel, ha commosso l’intero pianeta. Solo una settimana fa, nel giorno del suo sedicesimo compleanno, nel palazzo delle Nazioni Unite ha pronunciato parole che hanno commosso e toccato. A leiViviana Mazza, giornalista e inviata delCorriere della Sera, ha dedicato un bel libro, per raccontare ai suoi coetanei la storia di questa ragazzina pakistana che ha lottato, pagandone in prima persona il prezzo, per l’istruzione, un diritto che deve essere di tutti i bambini.
Malala aveva solo undici anni, quando è diventata celebre con il blog che scriveva per la BBC sotto lo pseudonimo di Gul Makai, il nome di un’eroina di una famosa leggenda Pakistana. Malala Yousafzai nel suo diario raccontava la quotidianità e le ingiustizie sotto il regime dei talebani pakistani e la loro occupazione militare del distretto dello Swat. Il 9 ottobre scorso, sullo scuolabus, con il quale lei e le sue compagne ritornavano da scuola, sono saliti alcuni uomini armati che le hanno sparato alla testa lasciandola in fin di vita. Ihsanullah Ihsan, portavoce dei talebani pakistani, ha rivendicato la responsabilità dell’attentato e minacciato che, qualora Malala fosse sopravvissuta, sarebbe stata nuovamente oggetto di attentati. Subito ricoverata nell’ospedale militare di Peshawar, dove le sono stati rimossi i proiettili, è stata in seguito trasferita in un ospedale di Londra che si è offerto di curarla.
In questi giorni, proprio in concomitanza con il suo discorso all’Onu, è uscito il libro destinato ai giovani lettori: “Storia di Malala” (Mondadori, 14,90 €) scritto dalla giornalista Viviana Mazza. «Vuole essere la storia di una ragazzina» ha detto l’inviata del Corriere della Sera «raccontata ai suoi coetanei, nella quale ho cercato di restare fedele alla cronaca, mettendo in luce la normalità di quella giovane che a undici anni ha avuto il coraggio di fare ciò che nemmeno gli adulti osavano fare, pagandone il prezzo in prima persona. Malala non è un’eroina ma una ragazzina assolutamente normale, a cui piace incontrarsi con le amiche e guardare le soap opera, anch’esse vietate dai talebani così come molte altre cose. Mi interessava far emergere lo straordinario connubio tra normalità ed eccezionalità che Malala ha saputo esprimere.»
Se volete leggere l’intervista a Viviana Mazza cliccate qui.