IO DENTRO GLI SPARI
5 novembre 2010 di Redazione
IO DENTRO GLI SPARI Autore: Silvana Gandolfi
Editore: Salani
Illustrazioni:
Anno: 2010
Collana:
Prezzo di copertina: €14,00
Età di lettura: dagli 11 anni

Di mafia, camorra, ‘ndrangheta e criminalità organizzata ormai si parla molto, in ambiti diversi e molteplici. Se ne parla certamente più che in passato, non solo da parte di chi le “perseguita” e le indaga secondo giustizia, ma anche grazie al fatto che la popolazione civile, che le subisce quotidianamente, comincia a ribellarsi e a non essere più disponibile a convivere con esse, secondo le antiche leggi dell’omertà, perché il prezzo da pagare comincia ad essere troppo alto.

Il titolo del libro è in questo senso illuminante: ci porta subito dentro alla storia, e ci fa percepire con gli occhi di un bambino cosa si vede e si sente ad essere a contatto con la mafia,  finendo dentro gli spari, proprio dentro, con il corpo e la mente di un fanciullo. Ma questo si capisce dopo, a lettura inoltrata.

Partiamo dall’inizio: la vicenda si apre con due ragazzini le cui vite si incrociano per un breve attimo, e poi le loro storie apparentemente si dividono, e scorrono in parallelo: una a Livorno, quella di Lucio, dieci anni, una passione per la vela, una sorellina più piccola a cui badare,  una mamma ormai quasi incapace di muoversi e di uscire di casa e un fantomatico papà in Venezuela; l’altra a  Palermo, con Santino, cinque anni, che ama correre veloce con le scarpe nuove che gli regala il papà,  la comunione da fare a breve e pochi soldi per la festa che la sua mamma sognerebbe.

La vita di Lucio scorre apparentemente senza troppi strattoni, solo con una nota di fondo di malinconia e un po’ di mistero, per quel papà lontano e quel “Cacciatore” a cui il bambino scrive lettere nei momenti di tristezza e di maggiore solitudine. L’amicizia con Monica, una vivace ragazzina originaria di Livorno (Lucio è siciliano, ma si è spostato in Liguria con la mamma poco prima che nascesse la sorellina Ilaria) è l’unica nota di allegria ed elettrizzante novità nella sua quotidianità.

La vita di Santino, a Palermo, vede ruotare intorno alla sua famiglia alcuni personaggi come Pasquale “u Taruccatu”, con la sua Kawasaki nuova fiammante, dal profilo inquietante, ma su cui il padre sembra fare affidamento per ricavare qualche soldo in più: la data della comunione si avvicina, ed è sempre più urgente trovare il denaro per pagare il ristorante dove fare il banchetto. Quello però che sembra garantire protezione e sicurezza alla famiglia si rivela invece essere la causa della sua distruzione: u Taruccatu uccide infatti il padre e il nonno di Santino, per punirli di aver rubato parte della merce che avevano trasportato su suo ordine, e ferisce lo stesso bambino, che miracolosamente riesce a scappare, ad essere trovato dai carabinieri e portato in salvo.  La lunga guarigione e convalescenza del picciriddu in ospedale, durante la quale conosce il magistrato Francesco che indaga sul delitto dei suoi familiari, lo porteranno a trovarsi di fronte ad una scelta di vita  difficile e definitiva, dalle quale non si può più tornare indietro.

E da quella scelta in poi le storie parallele dei due bambini si riuniranno, in un susseguirsi di colpi di scena, di momenti di tensione e di grande suspense, degne di un vero poliziesco; il tutto però visto e vissuto in prima persona con l’ingenuità, l’incoscienza e anche la disperazione di un ragazzino travolto da fatti ben più grandi di lui, ma con la voglia e la consapevolezza di scegliere e di fare, mai di essere vittima passiva degli eventi. Un bambino dentro gli spari, appunto, che tuttavia ne vuole uscire.

Una bella storia, scritta con la consueta bravura da Silvana Gandolfi, una di quelle storie che genitori e insegnanti dovrebbero leggere ai propri bambini e ai propri alunni, perché si immedesimino in Lucio e Santino e così facendo riescano a intravedere per una volta, cosa vuol dire essere dentro gli spari, vivere con la mafia, in Sicilia e nel resto d’Italia.

A cura di ZIRCA.

Rating 3.44 di 5

3 Commenti  
miri ha scritto:
15 maggio 2015 alle 10:14

un libro da leggere assolutamente per capire che cosa sia davvero la cosiddetta sfortuna davanti agli occhi di un bambino

Benny ha scritto:
24 maggio 2017 alle 22:43

Questo libro rispecchia la realtà della vera Sicilia. L’Ndrangheta, la criminalità, l’orrore delle armi. Consiglierei la lettura di questo libro a tutti coloro disposto a leggere la realtà di una Sicilia triste e oscura da una parte, poi per il resto (anche se non scritto nel libro) è fanstastica con le sue spiaggia, i suoi odori…

Azzurra ha scritto:
23 giugno 2020 alle 10:16

Il libro è molto simile a “Per questo mi chiamo Giovanni” di Luigi Garlando”. Mi ha fatto riflettere molto sulla mafia e sono contenta che la mia professoressa me lo ha fatto leggere. é per compito delle vacanze ma io lo già concluso,perchè l’ho letto piacevolmente e ha ritmo scorrevole.

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