Partirà mercoledì 8 e si concluderà domenica 12 settembre la quattordicesima edizione di Festivaletteratura, a Mantova. Sarà il tema del confronto culturale – l’amore per la lettura, il desiderio di scoprire ancora appassionate rappresentazioni del mondo- il filo d’arianna del Festival che, mai come quest’anno, nel lavoro di preparazione ha avvertito così forte il valore di prospettiva e di investimento per il futuro.
Dunque fare crescere le idee e fare crescere gli autori, non è questo uno slogan ma un auspicio concreto. E, con il 2010, Festivaletteratura – in controtendenza rispetto a ogni logica sensazionalistica – mette al primo posto Scritture Giovani, il progetto che ha già avuto tra i suoi protagonisti scrittori come Valeria Parrella, Davide Longo, Flavio Soriga, prima della loro consacrazione editoriale. Saranno protagonisti di questa nuova edizione Dora Albanese, Catrin Dafydd, Stefania Mihalache e Clemens Setz. A questa serie di incontri con autori tutti da scoprire, peraltro, si affianca quest’anno un cantiere di orientamento al mondo dell’editoria e delle professioni legate alla scrittura, destinato a giovani aspiranti scrittori al di sotto dei 27 anni. Il primo cantiere – che si è tenuto extra festival tra febbraio e aprile 2010 – ha visto la partecipazione di 11 ragazzi provenienti da tutta Italia, che racconteranno la loro esperienza nello spazio di Scritture Giovani, aperto per la prima volta nel centralissimo spazio di Piazza Leon Battista Alberti.
Torneranno poi a Festivaletteratura il portoghese David Machado e il gallese Cynan Jones, che grazie al progetto hanno trovato un editore italiano.
Continua peraltro la tradizione che, da sempre, a Mantova, affianca in programma figure di prestigio internazionale accanto ad autori meno noti, il cui successo editoriale – mai categoria per il giudizio letterario – è ancora a venire.
Una piccola nota in merito: la capacità di riconoscere e apprezzare scrittori ancora periferici nel mondo editoriale viene a Festivaletteratura da un attento lavoro di ricerca, dalle segnalazioni che quotidianamente arrivano al Comitato Organizzatore da una rete diffusa e aperta di amici che partecipano alla costruzione del Festival lanciando idee e nomi che arrivano subito al programma o restano in incubazione per le edizioni future. È grazie a tutti loro che il Festival riesce a costruire ogni anno un programma capace di sorprendere e di far compiere al pubblico nuove scoperte. Herta Müller, per fare un esempio, è solo l’ultimo caso di un’autrice destinata a larga fama che – ancora l’anno scorso, un mese prima del conferimento del Nobel – si aggirava per le strade di Mantova semisconosciuta. Ed è stato così per altri autori ora celeberrimi. E ancora piace ricordare – al di là dei nomi – la capacità critica di intuire con anticipo una tendenza – la passione del Festival per il giallo nordico, per esempio, è partita ormai tanti anni fa, lontana dalle mode e da ogni moloch culturale -.
E proprio per valorizzare i materiali di ricerca e di approfondimento che la manifestazione produce continua il percorso che ha condotto alla nascita dell’archivio di Festivaletteratura (reso possibile grazie al progetto “Rete dei Festival aperti ai giovani”, promosso dal Ministro per la Gioventù e dall’ANCI). A un anno di distanza dall’inizio dei lavori l’archivio inizia a farsi conoscere al pubblico grazie all’impegno del gruppo di giovani che, dopo un periodo di formazione, si è dedicato alla definizione del progetto e alla catalogazione dei materiali. La presenza dell’archivio permette da oggi di non disperdere il patrimonio di conversazioni, stimoli, suggestioni nate – anche in modo informale e imprevisto – nei giorni del Festival e di farne materiale di riflessione e di nuove creazioni per il domani.
Non mancheranno a Festivaletteratura 2010 i grandi nomi della letteratura internazionale. I premi Nobel Vidiadhar S. Naipaul e Séamus Heaney sono tra gli ospiti più attesi della prossima edizione, insieme all’autore di spy-story Frederic Forsyth, al poeta e narratore statunitense Edmund White, allo scrittore e illustratore per ragazzi Tony Ross; a John Berger, Joseph O’Connor, Azar Nafisi, Hanif Kureishi che tornano a Mantova dopo alcuni anni.
Ad Amos Oz, anch’egli gradito ritorno a Festivaletteratura, è dedicata la retrospettiva di quest’anno. Con questa formula sperimentata con successo lo scorso anno con Amitav Ghosh, verrà ripercorsa in tre incontri l’intera opera dello scrittore israeliano, divisa per l’occasione in “storie di sé”, “storie di coppia”, “storie del villaggio”. Altra voce della letteratura israeliana presente al festival è quella di Lizzie Doron.
Scorrendo le presenze internazionali al Festival è sempre più evidente la trasformazione delle lingue e delle identità culturali difficilmente riportabili ad una precisa aerea geografica. È un Occidente dalla pelle cambiata quello che parla a Festivaletteratura, e che trova nella presenza di autori provenienti da altri paesi o emigrati di seconda generazione un nuovo modo di rappresentare se stesso e il mondo.
Dagli Stati Uniti – oltre a Joshua Ferris e Thomas McGuane – vengono il nigeriano Chris Abani, uno dei più talentuosi esponenti della letteratura nera, Said Sayrafiezadeh, drammaturgo e scrittore di origine iraniana, e la stessa Azar Nafisi; dalla Gran Bretagna i pakistani Kamila Shamsie e Rasheed Araeen, la scrittrice anglo-giamaicana Zadie Smith; e così Kader Abdolah iraniano che ha scelto l’olandese come lingua d’espressione, la giallista turco-tedesca Esmahan Aykol e il senegalese-italiano Cheikh Tidiane Gaye.
La riflessione sui trascorsi coloniali, sulle nuove migrazioni, sul portato dei paesi emergenti, sarà il centro della lezione del filosofo François Jullien, a Mantova con un intervento dedicato all’influsso della sapienza orientale sul mutamento del pensiero occidentale contemporaneo. Ma sono soprattutto scrittrici come l’indiana Tishani Doshi o la giapponese Natsuo Kirino, o, da tutt’altri orizzonti, artisti africani poliedrici come Stacy M. Hardy e Fatima Tuggar a portare al festival il nuovo clima creativo di continenti a noi sempre più vicini.
Un’attenzione particolare – che ha origine in un’attualità scottante – viene dedicata quest’anno alla produzione letteraria e artistica dell’Iran. Poco si conosce in occidente della vitalità del dibattito e della produzione culturale in un paese tutt’altro che reso passivo dal regime: in questo senso, grazie alla collaborazione attiva di alcuni giovani giornalisti e studenti iraniani che vivono in Italia, sono previsti incontri in cui alcuni autori presenti al Festival potranno dialogare con blogger, artisti, giornalisti che vivono e proseguono la propria attività in Iran. Per tutto il Festival questi giovani animeranno una sorta di “isola iraniana” dove sarà possibile per il pubblico conoscere e avvicinare i temi più attuali della vita culturale nell’Iran contemporaneo.
Il valore della testimonianza, della storia personale che diventa insieme la storia di una comunità, di un’intera nazione, prende corpo attraverso le voci di altri protagonisti di Festivaletteratura 2010. Si tratta a volte di storie orali, raccolte da altri, ma che ci aiutano a tornare su vicende vicinissime a noi eppure presto oscurate o tradite dall’opinione pubblica internazionale.
La Kabul cosmopolita dalla fine degli anni ’20 fino all’invasione sovietica viene ricordata da May Schinasi attraverso le foto raccolte durante tutta la vita, mentre il lungo calvario afghano degli ultimi trent’anni viene testimoniato da una militante dei diritti civili come Zoya. Padre Richard Frechette, da oltre trent’anni ad Haiti, racconta un paese già sull’orlo del disastro prima del terremoto, lo scrittore libanese Jabbour Douahiy il complesso quadro della realtà mediorientale. Storie di coraggio, dolore e speranza sono quelle dei ragazzi che abbandonano terre come queste come raccontano, tra narrazione e documento, Fabio Geda e Laura Boldrini, o, per i più giovani, Anne-Laure Bondoux.
Tornando all’Europa, particolarmente significativa è la presenza di autori britannici – Simon Mawer, David Peace, Ann Perry, Ian Rankin, Ali Smith, Paul Torday insieme agli scrittori per ragazzi Jonathan Stroud e Kaye Umansky – e irlandesi – insieme ai già citati Heaney e O’Connor ricordiamo Hugo Hamilton e Colum McCann. In particolare, la presenza di Ann Perry si collega a un percorso dedicato al “giallo al femminile”, che coinvolge anche la turca Aykol, la spagnola Teresa Solana e le italiane Diana Lama e Annalucia Lomunno.
Insieme a queste presenze, ci sono quelle di un’Europa che ancora sconta il suo passato diviso e la necessità di ritrovare un’identità e una lingua. È il caso di autori importanti come il russo Andrei Makine, vincitore del prestigioso premio Goncourt in Francia; il poeta e saggista Dieter Schlesak, romeno di minoranza tedesca; Edith Bruck, ungherese di origine ebrea sopravvissuta ai campi di concentramento; Claudia Rusch, rappresentante dell’ultima generazione di scrittori nati nella ex-DDR, la giovane scrittrice ceca Petra Hulova.
E dagli scrittori europei verranno anche dieci nuovi lemmi per il vocabolario europeo, la serie di incontri che Festivaletteratura propone dal 2008 per costruire un ideale patrimonio linguistico condiviso. Gli autori che ad oggi hanno aderito al progetto sono Esmahan Aykol (turco), Laurence Cossé (francese), Agnes Heller (ungherese), Petra Hulova (ceco), David Machado (portoghese), Simon Mawer (inglese), Maurizio Maggiani (italiano), Joseph O’Connor (irlandese), Ian Rankin (scozzese), Eugenio Trias (spagnolo). A coordinare gli incontri sarà anche quest’anno Giuseppe Antonelli.
L’attenzione per le specificità linguistiche troverà un ulteriore spazio. In risposta a una diffusa richiesta del pubblico, quest’anno Festivaletteratura propone per la prima volta una serie di incontri in lingua originale senza traduzione consecutiva: tra questi un reading di poesia di Tishani Doshi, l’evento-spettacolo di John e Katya Berger sulla Camera degli Sposi, alcuni incontri con Joshua Ferris, Teresa Solana ed altri autori in via di definizione.
E’ indubbio che, in questa edizione del Festival, ci sia una ricerca di analisi su quei momenti della nostra storia recente in cui si sono definiti i limiti entro i quali ha preso forma l’identità italiana. Il filo d’arianna parte dal racconto orale risorgimentale di Maurizio Maggiani, attraversa in vario modo lo snodo della seconda guerra mondiale con Antonio Pennacchi, Helena Janeczek, Lorenzo Pavolini e Fabrizio Silei, per arrivare alle riflessioni di Guido Crainz e Michele Serra sulla biografia della nostra Repubblica, e – ancora più vicino a noi – al confronto tra Corrado Stajano e Benedetta Tobagi.
Anche la serie degli annali di storia, coordinata da Juri Meda e dedicata alla rilettura di documenti del passato per offrire nuovi chiavi di lettura ai problemi di assoluta attualità, punta verso l’Italia con le considerazioni sul carattere degli italiani (sempre Guido Crainz) o sul trattamento riservato ai lavoratori stranieri (Emilio Franzina).
Centrale sarà al Festival la riflessione sul destino della cultura a fronte delle profonde trasformazioni che riguardano gli strumenti e gli istituti della sua trasmissione. Le conversazioni tra Piero Dorfles e Franco Brevini, tra Donald Sassoon e Francesco Cataluccio, e – ampliando il raggio – gli interventi di Hans Tuzzi sulla bibliofilia, il confronto tra Enzo Mari e Marco Belpoliti sul lavoro intellettuale, il bilancio di una vita da critico letterario di Cesare Segre affrontano la questione da diversi punti di vista.
Su un analogo binario corre il confronto sulla responsabilità e sui limiti delle parole e delle immagini nell’ambito dell’informazione. In un sistema mediatico che produce notizie con velocità sempre maggiore e dunque sempre meno articolate e verificate, la scelta delle parole da utilizzare diventa fondamentale. Sulle parole del giornalismo i giornalisti si confrontano con “esperti” del settore (per la cronaca giudiziaria Fiorenza Sarzanini incontrerà Carlo Lucarelli); Fabrizio Gatti spiega ai ragazzi come le parole possano servire insieme a fare buono e cattivo giornalismo. Marco Belpoliti, Michela Marzano, Federico Scianna dialogano invece su rischi, problemi etici e derive legate all’uso e all’abuso delle immagini nella comunicazione contemporanea. Testimonianza di eccezione sulle nuove forme di giornalismo sarà quella di Joe Sacco, uno dei più grandi interpreti del graphic journalism. Eventi sul giornalismo più direttamente legati alle vicende italiane sono l’omaggio a Peppino Impastato – con Giovanni Impastato, Antonio Ingroia, Paolo Rossi – e gli incontri tra Mario Pirani e Corrado Augias e tra Joaquín Navarro-Valls e Alessandro Zaccuri.
Ad apertura di giornata restano inoltre le pagine della cultura, l’analisi degli inserti e degli articoli dedicati a libri, arte, eventi e dibattiti culturali pubblicati su quotidiani e riviste di tutto il mondo. A svolgere questo ruolo di commentatori per un giorno, Festivaletteratura ha chiamato quest’anno Joe Sacco, Petra Hulova, Abdolah Kader e Colum McCann.
Tra gli autori italiani, rinnovano inoltre il loro dialogo con il pubblico del Festival Niccolò Ammaniti, Mauro Corona, Marcello Fois, Antonio Franchini, Margherita Hack, Valerio Magrelli, Bianca Pitzorno, Giusi Quarenghi, Paolo Rumiz, Domenico Starnone, Federico Taddia, Andrea Valente, mentre per la prima volta arrivano a Mantova Francesco Abate, Stefano Levi Della Torre, Michela Murgia, Francesco Recami, Mario Sala Gallini, Gustavo Zagrebelsky.
Insieme all’attenzione verso la produzione letteraria contemporanea, ormai da diversi anni Festivaletteratura moltiplica le occasioni per tornare sulle pagine e sulle figure degli scrittori del passato, per sottolineare insieme il carattere necessario di un confronto con chi ci ha preceduti e la vita inesauribile dei libri di valore.
In occasione del centenario della nascita, Festivaletteratura dedica un particolare omaggio a Ennio Flaiano. Grazie alla collaborazione della Biblioteca Cantonale di Lugano e dei sistemi bibliotecari della provincia di Mantova, il Festival ricostruirà la biblioteca di studio dello scrittore pescarese. La biblioteca Flaiano sarà aperta al pubblico per tutta la durata della manifestazione, e permetterà di conoscere l’autore di Tempo di uccidere attraverso le sue letture. Come in una qualsiasi biblioteca, i visitatori avranno la possibilità di consultare e di leggere i libri e di godere del privilegio di una serie di “visite guidate” condotte da alcuni autorevoli estimatori di Flaiano, tra cui Bruno Gambarotta e Marcello Veneziani.
Il percorso del vintage permetterà invece di riscoprire alcuni libri di immediato successo al tempo della loro uscita e poi velocemente (quasi) dimenticati. A salvarli dall’oblio perpetuo saranno alcuni scrittori che ancor oggi ne coltivano in segreto la passione: Elisa Ruotolo e Michela Murgia parleranno di Canne al vento di Grazia Deledda, Chiara Valerio e Luigi Romolo Carrino di Il cielo è rosso di Giuseppe Berto, Paolo Colagrande e Ugo Cornia di Zebio Cotal di Guido Cavani.
Per una manifestazione che più direttamente dà spazio alla “viva voce” degli autori è particolarmente interessante andare a recuperare registrazioni e documenti audio che raccolgono testimonianze effimere ma non meno preziose. Festivaletteratura offre un ampio spazio a due importanti fondi documentari di materiali sonori: quello dell’Archivio Storico Olivetti e quello della Biblioteca Riccardo e Ferdinanda Pivano. In una sala attrezzata con postazioni dedicate all’interno delle Sale del capitano di Palazzo Ducale e in libera diffusione in alcuni degli spazi aperti del festival, sarà possibile ascoltare alcune delle registrazioni degli incontri organizzati nella mensa della Olivetti ad Ivrea negli anni ’60 (con interventi tra gli altri di Elio Vittorini, Pier Paolo Pasolini, Massimo Mila, Altiero Spinelli) e i diversi materiali audio raccolti da Fernanda Pivano nel corso della sua vita – una telefonata con Ernest Hemingway, i reading di Allen Ginsberg e Gregory Corso, le interviste a Don DeLillo, John Irving, Charles Bukowski, William Golding e molto altro ancora.
Tra i singoli incontri dedicati ad autori personaggi del passato segnaliamo l’omaggio a Carla Lonzi (con gli interventi di Laura Lepetit, Annarosa Buttarelli, Maria Luisa Boccia, Federica Giardini e Giorgio Zanchetti), l’intervista immaginaria di Ernesto Ferrero ad Emilio Salgari, l’incontro di Giulio Busi e Cesare Segre su Pico della Mirandola, la conferenza-spettacolo di Luca Scarlini dedicata a Amelia Earhart, la conversazione coordinata da Antonia Arslan su Caterina Percoto, e – assolutamente imprevedibile – il confronto di Domenico De Masi ed Enrico Bertolino su Plinio il Vecchio e Plinio il Giovane.
Sempre nel segno dell’omaggio torna la serie “la parola cui abbiamo creduto”, dedicata ad alcuni dei grandi poeti del Novecento raccontati dalle persone che li hanno conosciuti e dai critici che li hanno studiati. Gli omaggi del 2010, coordinati da Daniele Piccini e Mario Artioli, sono rivolti a Antonio Porta, Antonia Pozzi, Pedro Salinas e Vittorio Sereni.
Più in generale, molto ampio lo spazio riservato in programma agli incontri di poesia. Una città delle donne è il titolo di una serie di confronti e reading sulla poesia al femminile e che comprende, oltre al già citato incontro con Tishani Doshi, un recital di Lella Costa, lo spettacolo di Milena Vukotic e Paolo Fresu dedicato ad Emily Dickinson, i reading a due voci di Anna Maria Farabbi ed Elia Malagò e di Milena Nicolini e Vanna Mignoli. Le proposte di poesia comprendono inoltre gli incontri con Mariella Bettarini, Ennio Cavalli ed Eugenio De Signoribus e Seamus Heaney, la conversazione con Luigi Ballerini e Paul Vangelisti sulla nuova poesia americana.
Tra filosofia e psicoanalisi si collocano gli incontri di Eugenio Borgna e Cristina Faccincani, di Anna Maria Nicolò e Gustavo Pietropolli-Charmet sugli adolescenti, di Agnes Heller ed Elena Pulcini sulla bellezza delle persone buone, di Philippe Pignarre e Maria Squillante sul business della depressione, di Marina Valcarenghi e Marisa Fiumanò sulla scomparsa dell’amore.
Con un approccio più vicino agli aspetti psicologici e al vissuto personale ed emozionale si affrontano quest’anno i temi legati al diritto e alla pena. In questo senso Massimo Recalcati si interroga sui rapporti e i conflitti tra legge e desiderio, Corrado Bizzarri e Adolfo Ceretti sull’impunibilità della follia, sempre Adolfo Ceretti insieme a Lucia Castellano sull’umanità cancellata dal carcere e sulle possibilità di riforma del sistema penitenziario. Lucia Castellano, con Patrizio Gonella e Susanna Marietti, terrà inoltre un incontro per spiegare la realtà del carcere ai ragazzi.
Al tema conduttore dei sistemi aperti, ovvero delle interazioni tra i sistemi e il loro ambiente si ispira gran parte degli incontri scientifici presenti a Festivaletteratura 2010: l’argomento viene declinato nella fisica quantistica da Fabrizio Illuminati, in quello nella teoria del caos da Antonio Politi, nella logica da Francesco Berto e nell’ecologia da Gianni Tamino. Alla biodiversità è dedicato un ciclo di incontri per adulti e ragazzi coordinato da Luigi Boitani e – sempre in ambito scientifico/naturalistico – vanno segnalati gli incontri di Dario Bressanini sugli OGM e di Fernando Spina sulle migrazioni degli uccelli, nonché i laboratori per bambini sulle piante aromatiche tenuti da Nadia Nicoletti.
Ma le discussioni scientifiche si animeranno soprattutto in piazza, alla lavagna. Con il solo ausilio del gesso Franco Bagnoli, Francesco Berto, Dario Bressanini, Luca Carra, Fabrizio Illuminati, Roberto Lucchetti, Antonio Politi, Giuseppe Rosolini e Gianni Tamino illustreranno il significato e la storia di teorie e formule scientifiche diventate patrimonio dell’umanità e memoria più o meno felice di milioni di studenti in tutto il mondo.
Prosegue l’esplorazione dei territori di confine tra letteratura e arti visive da sempre frequentati da Festivaletteratura. Michel Pastoureau racconterà la storia dei colori con incursioni nella storia, nell’antropologia e nell’arte. Tra architettura, grafica, design si muovono Luca Molinari parlando di modi e mode della comunicazione in architettura, Leonardo Sonnoli di grafica editoriale.
Ampio spazio alle contaminazioni artistiche negli appuntamenti riservati ai più piccoli, con il laboratorio di ri-tratto condotto da Federico Maggioni vedrà molti degli autori presenti al festival prestarsi come modelli, e nei workshop tenuti da artisti quali Harriet Russell e Giordano Pozzi.
Esplorazione di tutt’altro tipo è quella compiuta attraverso i percorsi, che propongono una sorta di letteratura da cammino o – quest’anno – da navigazione. Aquea si chiama infatti l’itinerario pensato da Stefano Scansani e Roberto Soggia per ritornare all’elemento originario non solo della città-isola di Mantova ma anche della sua vocazione letteraria sotto il nume tutelare virgiliano. Di altra natura il percorso che Chicca Gagliardo e Massimilano Tappari compiranno in notturna tra spazi urbani e spazi naturali tentando di forzare l’osservazione e scoprire – sotto l’apparente normalità – presenze fantastiche ma vivissime.
Nell’architettura della manifestazione restano muri portanti gli appuntamenti di blurandevù – condotti dai giovani volontari di Festivaletteratura e che vedranno sul palco Niccolò Ammaniti, Fabio Geda, Benedetta Tobagi e Milena Vukotic -; i film di pagine nascoste – la rassegna di documentari dedicati a scrittori e libri -; le scintille – il variegato susseguirsi di incontri rapidi per durata e illuminanti per contenuti che ormai da qualche anno accende la tenda di Piazza Sordello.
Nel tentativo di catturare la musicalità propria della letteratura, il Festival sperimenta quest’anno una ricerca più ardita. Non semplicemente l’accompagnamento musicale a una lettura o a un testo, ma piuttosto la ricostruzione dell’immaginario sonoro sotteso all’opera di una autore, e tutto questo sotto la forma di un happening notturno sulle sponde del lago Superiore. Buonanotte ai suonautori sarà per tre notti una festa di musiche e rumori intorno ai mondi evocati nei romanzi di Chris Abani, Mauro Corona e Margherita Hack. Più incentrato sul ritmo e sulla sonorità della parola letteraria è invece il laboratorio sulla filastrocca tenuto da Pino Costalunga e rivolto a ragazzi e adulti.
Tra gli altri eventi-spettacolo, va segnalata innanzitutto l’anteprima di Gian Burrasca con protagonista Elio, che riprende la riduzione televisiva di Lina Wertmüller, protagonista al festival di un incontro dedicato alla sua lunga carriera tra teatro, cinema e televisione; e ancora Boxe a Milano con il cantautore Pacifico; la performance di Emanuele Torquati e Luca Scarlini sulle Variazioni Goldberg; la lettura de Il Grande Inquisitore di Dostoevskij di Silvio Castiglioni preceduta dagli interventi di Gherardo Colombo e Serena Vitale. Per quanto riguarda i ragazzi, ricordiamo Volevo vedere la luna di Giusi Quarenghi e Ferruccio Filippazzi e Il punto, la linea e il gatto, il nuovo spettacolo del Teatro all’Improvviso.