Autore: Francesco d'Adamo
Editore: De Agostini
Illustrazioni:
Anno:
Collana: Le gemme
Prezzo di copertina: €12,90
Età di lettura: da 12 anni
In uscita nelle librerie il 18 febbraio 2010, il nuovo lavoro di Francesco d’Adamo, “Radio niente”.
Una radio ribelle e clandestina, l’unica al mondo che, forse, non ha neanche un ascoltatore, e che trasmette solo di notte e solo musica da vinile, niente computer, niente schifezze tecnologiche. Radio Niente ha un’unica conduttrice, Stella del Mattino, che parla da sola nella notte e chissà se qualcuno la ascolta e che sostiene seriamente di avere accanto a sè i fantasmi dei Poeti Morti, Jim Morrison, Emily Dickinson, Jimi Hendrix che la vengono a trovare e dice che anche a loro questa città e questa vita fanno schifo. Chissà se è vero. Ogni notte racconta le storie che raccoglie di giorno andando in giro per la città, in quei quartieri lontani e abbandonati, dove gli altri non vanno. Come la storia di ‘Lupo Omega’, per esempio, una scuolaccia di periferia, una banda di bulli capitanati da Asso, l’amore impossibile di Omega, l’Ultimo, la Vittima predestinata, per Manila la bella. D’altronde è dura anche vivere in questa Città Oscura dove nessuno sembra avere più né fantasia né amore né voglia di ribellarsi. A meno che Stella del Mattino e i Poeti Morti e qualche altro ribelle della Città Oscura non decidano che è arrivata l’ora di cambiare, di attaccare il potere degli Oscuri, di dare un forte segnale agli Zombi…
Ma questa è un’altra storia…
‘Lupo Omega’ ( EL Edizioni, 1999) fu il primo romanzo per ragazzi di Francesco d’Adamo; ‘L’Astronave e Vil Coyote’ (Salani-LeMonnier) è del 2006. Sono due romanzi del suo personale ‘ciclo delle periferie’, di cui fanno parte anche ‘Mille pezzi al giorno’ e ‘Bazar’. Oggi sono stati riproposti in una cornice nuova, la storia –appunto- di Radio Niente e di Stella del Mattino che dovrebbe poi avere un seguito.
“Il mio parlare così spesso di periferie è ovviamente un parlare d’altro: della difficoltà – sempre e ovunque- di diventare grandi (oggi forse più di ieri) e di immaginarsi un futuro, per esempio. Niente certezze, niente speranze, niente lavoro o solo cattivo lavoro. Pochi adulti che abbiano ancora qualcosa da dire e da insegnare, pochi valori saldi a cui aggrapparsi. Spero di avere torto, ma oggi i ragazzi io li vedo troppo spesso così, soli. E poi è l’occasione per parlare delle scelte e di come è indispensabile fare la scelta giusta, anche quando non si capisce bene, anche quando bisogna pagare un prezzo, anche quando –quasi- tutti ti dicono che non bisogna scegliere, che tanto tutto è uguale e chi te lo fa fare”…