Il racconto ci riporta proprio alle origini del cinema muto, alla favolosa storia di Gorge Méliès, l’uomo che alla fine dell’Ottocento creò una nuova magia, quella del cinema fantastico. Brian Selznick, autore di molti albi e copertine e vincitore di una Caldecott Honor, prende spunto dalla figura di questo noto cineasta delle origini per costruire un insolito romanzo sospeso tra cinema e letteratura. Un libro che crede fortemente nel potere narrativo delle immagini. Subito colpisce, infatti, l’intreccio: un mirabile equilibrio di immagini e parole dove intere sequenze sono narrate da illustrazioni in bianco e nero a matita. A raccontare la storia d Méliès è Hugo Cabret, un orfano che vive nella stazione di Parigi. Nel suo nascondiglio segreto, Hugo coltiva il sogno di diventare un grande illusionista e di portare a termine una missione: riparare l’automa prodigioso che il padre gli ha lasciato prima di morire.Dopo la scomparsa del genitore, Hugo se la cava con piccoli furti, e nel tempo libero cerca di decifrare le annotazioni di un taccuino rimastogli in eredità. Finché il prezioso libretto di appunti non finisce nelle mani di un venditore di giocattoli. Sarà proprio grazie a quest’uomo che Hugo si ritroverà a scoprire il fascino delle immagini prodotte da Méliès, pioniere degli effetti speciali, che ha fatto scorrere sul grande schermo fotogrammi che sono alle origini di un viaggio che prosegue ancora oggi, in tutte le sale cinematografiche del mondo. A cura di Laura Ogna
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