Fulvia Degl’innocenti
1 settembre 2007 di Redazione
Fulvia Degl’innocenti

FULVIA DEGL’INNOCENTI è una scrittrice “vulcanica”: come nei suoi libri, anche dal vivo trasmette tantissima energia e voglia di fare. La incontriamo nella redazione de “Il Giornalino”, dove lavora come caposervizio. Oltre ad essere scrittrice, Fulvia è giornalista e, da qualche anno, dirige anche “Il parco delle storie”, una collana di narrativa per ragazzi pubblicata dalle Edizioni Paoline. È proprio approfondendo questa esperienza recente che iniziamo la nostra chiacchierata con lei. Com’è nata la collana “Il parco delle storie”? “Il parco delle storie” è stato presentato due anni fa, nel 2005, in occasione della fiera del libro per ragazzi di Bologna. Da un po’ di tempo mi ero accorta che le Edizioni Paoline, di cui ero un’autrice, non avevano un settore specifico dedicato alla narrativa per ragazzi e mi sembrava che fosse importante crearlo, anche perché storicamente le Paoline in Italia sono state tra i primi a pubblicare libri per l’infanzia.. Quindi mi sono messa a scrivere un progetto e l’ho proposto alla direttrice editoriale: l’idea le è piaciuta – probabilmente anche lei stava pensando a qualcosa del genere – e mi ha dato la possibilità di iniziare. Quali sono le idee su cui ti sei basata per scegliere i libri da pubblicare? Ho voluto immaginare che i libri fossero un parco giochi e che i ragazzi, leggendo i libri, vivessero un’avventura. Ho differenziato la metafora del parco giochi per fasce d’età: la giostra per i bambini molto piccoli, l’altalena per quelli un po’ più grandi – che sanno già leggere, quindi è come se si spingessero sull’altalena conquistando un po’ d’indipendenza -, la bicicletta per chi inizia a esplorare il mondo reale, dai nove anni in su, e la mongolfiera per chi spicca il volo, all’inizio dell’adolescenza. Mantenendo questo approccio alla lettura, ogni libro della collana vuole essere anche portatore di un tema forte, uno spunto di riflessione, un valore: senza moralismo, ma con la volontà di fare emergere un tema su cui ragionare. A volte si tratta di un argomento come l’ecologia, i bambini soldato, l’handikap, la guerra, altre volte i temi sono più sottili, ma tra le righe ci sono sempre spunti di riflessione su temi come l’insicurezza dei bambini, l’accettazione del diverso, il condizionamento delle sette… Come hai individuato gli autori? Le Edizioni Paoline erano lontane dal mondo della narrativa da un po’ di anni, per cui gli autori non le consideravano come un potenziale destinatario dei loro manoscritti. Quindi, dovendo partire da zero, ho fatto mente locale e ho iniziato a pensare a chi conoscevo: per fortuna grazie al mio lavoro di giornalista e di scrittrice ero in contatto con un po’ di autori, così mi sono rivolta a loro e ho fatto sapere che stavo partendo con questo progetto. Lo stesso per gli illustratori. In questo modo sono arrivati i primi otto titoli e poi piano piano sono andata avanti. All’inizio è stato faticoso, anche perché volevo uscire con libri che mi convincessero, senza stare a pensare se gli autori fossero famosi o meno. Considero i libri che escono in questa collana come dei piccoli figli “adottivi”, per cui li scelgo, li vado a pescare nel mondo, li curo, li vesto con le immagini e poi li lancio con grande tenacia in quel mondo così competitivo che è il mercato dell’editoria per ragazzi. Li faccio partecipare ai premi, li segnalo, tengo i contatti con gli autori, per cui li sento anche un po’ miei, per questo devono piacermi. Sono abbastanza soddisfatta di quanto ho fatto fin qui, partendo dal nulla: nella collana un po’ di autori di un certo peso ci sono, ci sono tanti illustratori, e ci sono diversi giovani. Ho voluto dare la possibilità a persone che non avevano ancora pubblicato di pubblicare, ho scoperto autori inediti di valore, per cui sono contenta del catalogo che ho costruito. Qual è la parte di catalogo o il libro che ti ha dato più soddisfazione? La parte di catalogo che mi ha dato maggiore soddisfazione è quella dedicata ai più piccoli (le Giostre) perché credo che sia la più originale. L’ho pensata insieme al grafico delle Edizioni Paoline e ha la caratteristica di presentare un doppio livello di lettura: nella parte alta delle pagine c’è una fascia con l’essenza della storia scritta in maiuscolo, così un bambino che ha appena iniziato a leggere o un bambino che ha difficoltà a leggere (per esempio per dislessia o difficoltà di apprendimento) è facilitato nella lettura da solo e si sente più sicuro. Sotto c’è il testo con la narrazione completa, per la lettura ad alta voce: la storia si segue facilmente perché è sempre molto semplice e le immagini hanno grande spazio. All’interno di questa collana sono molto affezionata a La cicala suona il rock, non tanto perché ne sono l’autrice, ma per la tecnica di illustrazione che lo contraddistingue: nelle Giostre ho cercato ogni volta di inserire una tecnica di illustrazione diversa e questo libro mi sembra particolarmente interessante. Antonietta Manca, l’illustratrice, aveva avanzato la proposta di lavorare con la plastilina: mi è sembrata subito un’idea valida e innovativa, così mi sono messa al lavoro per creare una storia che si prestasse a essere illustrata con questa tecnica e sono molto soddisfatta del risultato. L’esperienza di direzione di collana come ha influenzato il tuo essere scrittrice? Mi ha fatto diventare molto più critica nei confronti di me stessa. Dovendo scegliere proposte di altri, mi sono accorta che non riesco quasi più a essere pienamente soddisfatta di un’idea mia, perché ho letto tanto e sono diventata un’osservatrice molto esigente, anche con me stessa. Attraverso quest’esperienza poi ho conosciuto tantissime persone e questo è stato molto significativo: nel mio lavoro di scrittrice l’elemento umano è importantissimo, per cui relazionarmi con tutte le persone che hanno bussato al mio ufficio portando idee, proposte, emozioni, sogni, parlarne con loro, dicendo a volte anche dei no, mi ha arricchito molto umanamente. Hai qualche libro nel cassetto? Ho appena pubblicato per San Paolo Io come te, un manuale di “istruzioni per l’uso” per ragazzine. Ne avevo già scritto uno nel 2000, che si intitolava Cara Raffa ed era tratto da una rubrica che curo su “Il Giornalino”: in questi anni la rubrica è andata avanti e mi sono resa conto che le ragazzine stanno cambiando, così ho pensato a questo nuovo progetto. Ora sto lavorando alla versione maschile e mi sto documentando; il libro uscirà la prossima primavera. Poi sto progettando degli albi: nel 2006 ho pubblicato La guerra di Remigio con Fatatrac e il prossimo ottobre per l’editore Coccole e Caccole uscirà la storia di un marzianetto che si chiama Gommo. Mi è già capitato di raccontare le sue avventure ai bambini e mi sono accorta che piacciono molto. Ultimamente mi appassiona particolarmente il racconto breve, per i bambini più piccoli, e ho tante idee che mi portano a lavorare in questa direzione. A cura di Maria Ballarotti settembre 2007 FOR KIDS Tutti i diritti riservati FOR KIDS testata registrata presso il Tribunale di Milano N° registrazione 468 del 11/07/2006

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