Autore: Vittorino Andreoli
Editore: Rizzoli
Illustrazioni:
Anno: 2006
Collana:
Prezzo di copertina: €9,50
Età di lettura:
Vittorino Andreoli ha recentemente dichiarato di preferire la forma epistolare, la lettera aperta, come mezzo ideale per rivolgersi e raggiungere l’interlocutore di volta in volta scelto per le sue argomentazioni. Così, dopo “Lettera a un adolescente” e “Lettera alla tua famiglia”, eccoci a “Lettera a un insegnante”. Se ci si pensa, tre interlocutori diversi ma che sono continuamente a contatto l’uno con l’altro, e nel caso degli ultimi due (famiglia e scuola) si tratta, non incidentalmente, dei due “luoghi” educativi con i quali l’adolescente ha a che fare quotidianamente, anche se sono spesso proprio quelli più contestati dai giovani stessi. Tre “epistole”, dunque, strettamente connesse come tre anelli di una catena. Ma veniamo all’ultima, in ordine cronologico: Andreoli afferma di essere stato tentato di scrivere alla “scuola”, in quanto organismo, ma di avere poi temuto che il suo messaggio andasse perduto, data l’impersonalità dell’istituzione. Più giusto, quindi, rivolgersi a chi la scuola la fa tutti i giorni, cioè agli insegnanti. La scelta del singolare, poi, è ancora una volta dettata dalla necessità di scrivere pensando ad un preciso e concreto interlocutore, non ad un’entità astratta che risponde all’idea di “uno, nessuno e centomila”.All’insegnante, il famoso psichiatra si rivolge con la consueta passione, non per giudicare il suo lavoro e per insegnargli come farlo meglio, ma per condividere con lui l’interesse, la conoscenza e l’amore per il loro comune “soggetto”, cioè i ragazzi. Per discutere di quello che li rende così fragili, oggi, e di cosa si può fare per cercare di accompagnarli nel processo di crescita, per cercare di allevarli, nel senso etimologico della parola, cioè di “aiutarli a inserirsi nel mondo”. Perché compito della scuola dovrebbe essere proprio insegnare a vivere e trasformare la cultura e il sapere in strumenti per vivere. Ma non sempre, secondo Andreoli, la scuola riesce a perseguire questi obiettivi con sufficiente convinzione.Non per questo è meno alta la considerazione dello psichiatra per il ruolo dell’insegnante, che dovrebbe essere prima di tutto un grande uomo, e solo così potrebbe diventare poi un maestro di vita. Andreoli propone quindi una divertente carrellata di “tipologie” di insegnante, dal “professore figo” al suo opposto “il professore cesso”, al “professore da palcoscenico”, all’insegnante “samaritano”, per passare a quello “vittima”, attraverso il “professore cattivo”, quello “minimalista”, per arrivare al “professore mito” e giungere infine al “professore che forse non c’è”: colui che non vuole emergere ma fa emergere i ragazzi , che vuole vederli crescere, che funziona da catalizzatore in quanto attiva le loro potenzialità, e che conserva intatto l’interesse , persino il fascino per i ragazzi, sentendoli come “soggetti” a cui dedicarsi.Ed ecco allora la descrizione delle caratteristiche di questi soggetti, dei giovani di oggi; con notevole lucidità lo studioso ne delinea i tratti essenziali, che la scuola deve saper riconoscere per sapere a chi si sta rivolgendo in quel momento: la già nominata fragilità, soprattutto nella sfera affettiva, l’incapacità di aspettare e la mancanza di pause per riflettere, data dalla disponibilità di strumenti che permettono di esprimere pensieri e drammi in tempo reale, subito (come il cellulare o l’e-mail); la frammentazione della mente, del sapere a cui si accede, e dello stesso modo di periodare dei nostri ragazzi; gli estetismi, ossia un’ estetica priva di qualsiasi contenuto e ridotta a pure sensazioni, piacevoli o sgradevoli; l’etica della circostanza per cui tutto è possibile, che porta all’annullamento del senso di colpa, e ancora il terrore della normalità che porta a diventare “eroi del nulla”: tanti aspetti, figli del nostro tempo, su cui fermarci a riflettere, genitori, insegnanti, educatori in genere, per trovare dei modelli alternativi da proporre, in modo convincente.Altre sono le affermazioni dell’autore che vanno apertamente controcorrente rispetto a ciò che ci propone la nostra era: per esempio l’attenzione che l’insegnante dovrebbe avere non tanto per il singolo, quanto per il gruppo classe, proponendo la scuola come luogo in cui si sperimenta il gruppo e come si vive in gruppo; è tempo, secondo Andreoli, di “costruire una psicologia del Noi, e di mettere a riposo almeno per un po’ ogni istanza di individualismo sfrenato (…)”: singolare se si pensa che la riforma Moratti tanto ha puntato sul concetto dei Piani di Studio Personalizzati e sull’individualizzazione del percorso formativo dell’alunno.Analogamente lo psichiatra propone l’abolizione delle punizioni, dei giudizi e dei compiti a casa: coraggioso, quando da due anni il giudizio è stato re-inserito persino per quanto riguarda il comportamento, e con valutazioni del tutto analoghe a quelle delle discipline.Che si condividano o meno le opinioni e le proposte di Andreoli, qua sommariamente soltanto accennate, rimane straordinario il numero, la varietà e l’essenzialità delle riflessioni che le sue argomentazioni stimolano in chi legge la sua lettera. Un percorso, anche di autovalutazione rispetto a certe sue affermazioni, che consigliamo pertanto sicuramente a tutti gli insegnanti, ma pure ai genitori, per sentire un’altra campana sulla tanto vituperata scuola di oggi che fa a pezzi i propri figli, e persino agli studenti, in particolar modo a quelli delle scuole superiori, per vedere descritti se stessi e uno dei loro principali luoghi di esperienze da una voce esterna, ma che conosce a fondo i loro problemi e che, appunto, “ dà voce” alle loro necessità.E così, l’anello delle tre lettere si chiuderebbe. O forse no: ci vorrebbe una quarta epistola, pensiamo noi, indirizzata a chi tanto influenza la vita quotidiana di adolescenti, famiglie, e insegnanti: lettera ad un politico. L’aspettiamo, con curiosità e un po’ d’ansia… LETTERA A UN INSEGNANTEAutore: Vittorino AndreoliEditore: RizzoliPrezzo: 9,50 euro. A cura di ZircaFOR KIDSTutti i diritti riservati