Aquilino
1 marzo 2006 di Redazione
Aquilino

Missioni Terrore, Sottopassaggi Zombie e Vampiri, Universi Nebbiosi e Cavalieri Audaci sono alcuni dei mondi e dei personaggi fantastici che nascono dalla penna di AQUILINO, uno scrittore per ragazzi italiano tra i più amati. Per chi (cadendo in errore come me) credeva che Aquilino fosse un originale pseudonimo in questa intervista scoprirà qual è la vera storia. Di sé Aquilino dice che “semplicemente” scrive libri. Questo è il suo lavoro, che adora con tutta la passione che possiede. E non c’è niente altro che desidererebbe di più fare. Dopo esperienze come giornalista, attore e psicoterapeuta ha iniziato a scrivere per il teatro e quindi a creare libri per ragazzi. In dodici anni ha scritto oltre una ventina di titoli, tra i più recenti vi è la trilogia iniziata con i Cacciatori di Orchi e conclusasi con Il tempo degli orcoidi (pubblicati da Fabbri), il divertentissimo Koatti edito da Salani nel 2004 e Mondo di mostri uscito per i tipi di Bompiani nel 2005. Come sei diventato uno scrittore per ragazzi? Scrivevo già testi di teatro, che poi mettevo in scena assieme ai frequentatori della Bottega dei Ragazzi, un luogo dove svolgere attività espressive che ho coordinato per dieci anni, dal 1984 al 1994. La mia amica e collaboratrice Betti mi dice: «C’è un concorso, manda qualcosa». Si trattava del Premio Il Battello a Vapore. Scrissi in pochi giorni Il fantasma dell’isola di casa… e vinsi! La pubblicazione con Piemme fu un forte incentivo. Mi misi a scrivere in modo folle e… quanti inediti nel mio cassetto! Ci sono voluti anni per imparare qualcosa e ora continuo a imparare, perché scrivere per ragazzi non relega in una serie B della Letteratura, ma è stimolante e pone obiettivi sempre più alti. Teatro e letteratura: come si influenzano, si alimentano ed eventualmente si intrecciano i due tipi di scrittura? Ho sempre fatto un teatro più di parola che di figura, e ho sempre dovuto fare i conti con le parole: che non fossero troppe, che non fossero banali, che risultassero subito espressive, che non si piegassero alla noia… Il teatro mi ha dato il gusto per i dialoghi, l’attenzione per un montaggio agile e d’effetto, la sensibilità per una comunicazione non solo di valori formali, ma di contenuti; e anche l’orrore delle parole vuote e il coraggio della provocazione e dell’andare controcorrente. Come è nata la Trilogia dei Mondi Impossibili che regala al lettore un universo estremamente ricco in cui si intrecciano personaggi storici e fantastici? Cacciatori di Orchi è nato dalla proposta fatta a un amico in crisi: scriviamo un libro fantasy insieme, magari ti strappa dalle braccia ossute dell’angoscia. Abbiamo elaborato un abbozzo dell’Universo Nebbioso e scritto una ventina di pagine. Poi l’amico ha seguito altre strade, la bozza è rimasta nei meandri del computer per quattro anni. Un giorno ho ripescato il file, che come un seme è germogliato ed è diventato un libro. Il mio primo di questo genere. Mi ero divertito molto a scriverlo, volevo continuare a creare mondi sui quali evadere, ma cercavo mondi nei quali l’immaginazione si fondesse con la realtà (volevo fare come L’Ink?). Cercavo un quadro. Quando ero universitario a Milano andavo ogni tanto a Brera per contemplare un quadro che mi aveva colpito. Quale, non ricordavo più. Feci una visita virtuale in internet e… eccolo, il quadro fatidico: la Pala di Piero della Francesca! Così avviai l’amalgama tra fantasy, fantascienza, arte, storia… per affermare l’anarchia dei generi, l’assoluta libertà creativa. C’è tra i tuoi libri un titolo a cui sei più legato e per quale ragione? Koatti? Perché è originale, vivo, vero, ma non è stato facile pubblicarlo e non è stato notato quanto avevo sperato. Cacciatori di Orchi? Anche, perché mi ha fatto abbandonare un sentiero per una strada larga e senza fine, con mille traverse da esplorare. Nei tuoi libri c’è spesso una dimensione “inquietante” nel senso che il certo viene ribaltato, la realtà sembra quasi perdere di definizione per intrecciarsi con una dimensione che rimanda ad altro, anche agli angoli spesso più bui delle paure e delle inquietudini dei bambini. E’ una ricerca voluta, una volontà di toccare alcuni temi “più ostici” o fa parte di una tua poetica? Non credo ai dogmi, alle certezze massmediali, ai valori preconfezionati, ai tiranni del buon senso comune e ai profeti di sventure, non credo alla banalizzazione della vita, non credo alle ricette esistenziali e all’edonismo. Credo, invece, nella ricerca continua, nell’insoddisfazione per ciò che si rivela inessenziale, fasullo e labile, credo nella crisi continua del proprio animo, e nella solidità dell’ottimismo e nella serenità spirituale, credo nella mia mancanza di fede, prima che in una fede istituzionalizzata. Ai ragazzi voglio presentare la mia passione per la vita e voglio dire che la vita è anche dolore, ingiustizia, fatica. Ci vuole coraggio? Ci si deprime? Si è spaventati? Viene voglia di arrendersi e di perdersi davanti allo schermo del televisore? Cito Bartolomeo de Las Casas ne Il tempo degli Orcoidi: «Io vi dico che questo accade se non si riesce più a scoprire l’altro, a riconoscere se stessi negli occhi del prossimo». Esploriamo, dunque: noi stessi, gli altri, il mondo. Sono in arrivo a breve nuove storie? Puoi darci qualche breve anticipazione? Come anticipato sul mio sito www.aquilino.biz sto cercando di pubblicare MITOH. I Demosh, che sono un virus, sfuggono alla sorveglianza dei terrestri, creano un mondo immaginario, Mitoh, abitato da creature mitologiche. Due ragazzi, Kisa e Calad, diventano i protagonisti della lotta contro i Demosh e Nononome, il loro Condottiero stregone. Dalla loro parte si schierano Merlino, i Ragazzi Dispersi, Orsio, Prometeo, i Ciclopi… Dovranno vedersela con il Minotauro e con i Mostri delle Fogne Antiche e con… Ma aspettiamo che una casa editrice lo pubblichi. Come nasce lo pseudonimo Aquilino? Aquilino è il mio nome vero. Mi è stato dato in ricordo di uno zio partigiano ucciso dai nazisti. Dato che i ragazzi mi hanno sempre chiamato per nome e che anche a scuola mi chiamano il prof. Aquilino, ho voluto dare continuità a questo rapporto confidenziale. D’altronde, quando mi si presentano, anche loro dicono: sono Matteo, Joshua, Martina, Riccardo… e io mi chiamo Aquilino, dico. Ecco, loro parlano e io ascolto; poi io scrivo, e loro leggono. I titoli pubblicati da AQUILINO IL FANTASMA DELL’ISOLA DI CASA, Piemme, 1994 ZAINETTO DI PIOMBO, ed. Stampa Alternativa – “Millelire”, 1995 I BEBE’ NASCONO SUGLI ALBERI, Paoline, 1996 FANTASMI CON L’OMBRELLO, ed. SEI, 1998 GOBBO IL RE STORTA LA REGINA, in Teatro per ragazzi , Erga, 1999 L’IRA DELLA STREGA VAMPIRA, E.Elle, 2000 NELLA TANA DELLA DONNA MEDUSA, Edizioni Messaggero Padova, 2000 I MOSTRI DELLA TERRA DI ROAN, Bruno Mondadori, 2001 (con Cinquetti) ROTELLA, Bruno Mondadori, 2001 LO ZIO MATTO CHE PORTA VIA, Emme Edizioni, 2001 BILU’ CHE MANGIA IL MONDO, Ed. Signum, 2001 LETTERA DAL DESERTO FUTURO, Edizioni Messaggero Padova, 2002 (con Cinquetti) CHE CI FANNO 36 PINGUINI IN AFRICA? , E.Elle, 2001 LA PECORA VOLANTE, Ed Lapis, 2002 PASSIONE PALLONE, Bruno Mondadori, 2003 (con Cinquetti) BILLINO DI TUTTI I COLORI, Emme Edizioni, 2003 UNA CAPANNA IN PRESTITO, Mela Music, 2003 PACE E TOCCO TERRA, Lapis, 2003 CACCIATORI DI ORCHI, Fabbri, 2003 KOATTI, Ed. Salani, Gli Istrici, 2004 MONDI IMPOSSIBILI, Fabbri, 2004 MONDO DI MOSTRI, Bompiani, Delfini, 2005 IL TEMPO DEGLI ORCOIDI, Fabbri, 2005 A cura di Laura Ogna marzo 2006 Se vuoi leggere le recensioni di For Kids sui libri di Aquilino clicca qui: IL TEMPO DEGLI ORCOIDI MONDO DI MOSTRI FOR KIDS Tutti i diritti riservati

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