Autore: Marco Varvello
Editore: Fabbri
Illustrazioni:
Anno: 2005
Collana:
Prezzo di copertina: €9,50
Età di lettura: dai 14 anni
Età di lettura:
Le cronache ci rimandano ogni giorno le storie di ragazze cresciute accanto a noi, che improvvisamente si trovano costrette ad affrontare un nuovo destino a migliaia di chilometri da qui. Sono le storie di molte figlie di immigrati, che appena adolescenti si vedono date in sposa a uomini sconosciuti che le attendono nei paesi d’origine dei genitori. Marco Varvello, corrispondente della RAI da Londra, ha raccontato una e tutte queste storie nel romanzo Dimentica le Mille e una notte.Salima è una studentessa diciassettenne di origini pakistane, nata e cresciuta in Inghilterra. In casa, a Londra, si parla il punjabi, la lingua pakistana, il cibo che la madre prepara è quello tradizionale, al padre si da del voi: insomma i genitori vivono nel timore che i ragazzi perdano le loro radici e disperdano una cultura e un’identità di cui si sentono invece profondamente orgogliosi. Un giorno in famiglia cìè un’aria insolira, un’eccitazione diffusa, il nonno al villaggio era molto ammalato e parte della famiglia farà un viaggio in Pakistan per far visita al nonno ammalato. Sarebbero partiti solo i genitori e le due figlie, Salima e la più piccola Shazia, mentre i due figli maschi sarebbero rimasti a Luton con uno zio. Qualche sospetto sulle vere ragioni del viaggio inizia a insinuarsi nella mente di Salima: dapprima l’allegria per il viaggio, i preparativi festosi che, a mano a mano che la data della partenza si avvicina, iniziano invece a diventare fonte d’ansia. Che cosa la sta aspettando in Pakistan? Dubbi, paure che si insinuano nella sua mente, che la turbano. Una sola rassicurazione: la madre e anche il padre le dicono che, “nel caso si imbattesse in un ragazzo adatto”, l’ultima parola spetterebbe a lei. Ma poi quello sguardo della madre in giorno in cui al negozio provava il suo nuovo sari: “Amma mi ha guardata come se le mancasse il respiro. Ha sorriso come vedendo se stessa, tanti anni prima. (..) Avrei voluto –dovuto? – dirle che glie’avevo letta negli occhi, quella certezza che io ormai fossi pronta. Ho fatto finta un sacco di volte di non capire, mamma, sperando che capiste da soli. Invece, di nuovo, ora ci siamo dette tutto in uno sguardo. Te l’ho letto negli occhi, che questo è il mio abito da sposa.” E mentre l’inquietudine si trasforma in una dolorosa e silenziosa certezza inizia il viaggio, l’arrivo al villaggio e quindi l’incontro con Rashid, il cugino destinato a sposarla. Tutto diventa improvvisamente chiaro a Salima: le nozze sono decise, che lei acconsenta o no, e sono imminenti. Al suo rifiuto viene picchiata dal padre. Salima si rifugia in un cocciuto silenzio e in un digiuno che la svuota mentre in famiglia l’atmosfera si fa sempre più tesa e drammatica. Per Salima e la sorella che dopo di lei seguirà lo stesso destino non le resta che tentare la fuga. Per Rashid, il futuro sposo, è invece logico, inevitabile che siano i genitori a decidere: questa è la sua cultura, questa la tradizione. Nei dialoghi si avvertono gli echi degli avvenimenti esterni: la guerra in Afghanistan, il terrorismo, il fondamentalismo, il risentimento nei confronti dell’Occidente.Disperata Salima relegata in un piccolo villaggio senza il telefono, senza documenti eppure lei, cittadina britannica, cerca di ribellarsi al suo destino. L’occasione si offre grazie ad un funerale al quale partecipano i genitori e anche gran parte del villaggio. Le due ragazze vengono affidate ad una zia. È quella l’unica occasione per Salima: afferra un po’ di soldi dal cassetto dei genitori, nasconde se stessa e la sorella sotto due burqua. Così vestiti potrebbero passare come una madre e una figlia in viaggio e con il qure in gola lasciano il villaggio a piedi. Caminano per un tmepo infinito, cercando di evitare sguardi indiscreti di uomini che le potrebbero denunciare. Tra mille le difficoltà raggiungono la città di Lahore, si rifugiano in un internet point frequentato solo da uomini che le guardano con sospetto, e poi finalmente un telefono, finalmente una voce dall’altra parte che parla inglese, finalmente la salvezza. E l’Ambasciata diventa una realtà che tutela, che protegge: farà tornare in Inghilterra le due ragazze, le affiderà a una casa-rifugio, mentre i tentativi per ottenere il perdono dei genitori alle figlie risultano inutili. Salima e Shazia hanno rinunciato così per sempre alla famiglia d’origine per difendere la loro libertà di essere persone. DIMENTICA LE MILLE E UNA NOTTE. Salima, diciassette anni, sposa per forzaAutore: Marco Varvello Pagine:263 pag., Editore:FabbriPrezzo:Euro 9,50 L’AUTORE: Marco Varvello è giornalista. Ha lavorato a La Notte e a Il Giornale di Indro Montanelli. Già conduttore e inviato del TG1, collaboratore di Enzo Biagi, dal 1997 è corrispondente RAI da Londra. A cura di Lucia Dalla CiaFOR KIDSTutti i diritti riservati