Immaginate una Londra dello scorso secolo dove al Parlamento governano i Maghi, dove i bambini vengono allevati per diventare apprendisti stregoni e dove millenari jinn possono essere evocati per assolvere a missioni impossibili. Questa è la storia de L’amuleto di Samarcanda del giovane scrittore inglese Jonathan Stroud (Salani, 16,50 euro) e del nuovissimo secondo libro della trilogia di Bartimeus, L’occhio del Golem (Salani, 18,00 euro). Una lettura che lascia senza fiato, ricca di moltissimi colpi di scena tra complotti da sventare e segreti da scoprire. A tutto ciò si aggiunge l’irresistibile ironia di Bartimeus, il jinn convocato dal giovanissimo apprendista mago Nathaniel. È lui che si trova ad affrontare una missione tra le più difficili e pericolose: rubare il prezioso Amuleto di Samarcanda a Simon Lovelace, un mago senza scrupoli, assetato di potere e membro del Parlamento. Ma il vero problema del jinn è che a chiamarlo non è stato un mago dai grandi poteri ma un ragazzetto di dodici anni che ha qualche difficoltà a governarlo…Nel nuovo romanzo della trilogia Nathaniel si conferma il mago più giovane e intraprendente di tutto il Ministero. Per questa ragione viene convocato per risolvere un mistero inquietante: una specie di mostro, enorme e invisibile getta Londra nel panico e fa strage di cose e persone.Continua con questo secondo volume della trilogia di Bartimeus una miscela perfetta di magia e avventura.Abbiamo incontrato l’inglese Jonathan Stroud, dopo l’uscita anche in Italia del secondo volume.Come è nata la storia del millenario jinn Bartimeus e dell’apprendista mago Nathaniel?L’idea mi venne all’improvviso, passeggiando per strada: scrivere un libro che parlasse di magia e di maghi, ma dove i maghi fossero cattivi. L’eroe, invece, avrebbe dovuto essere un demone o un genio, il personaggio tradizionalmente cattivo. I primi capitoli mi sono venuti fuori come un fiume in piena. In un primo tempo pensavo a un solo libro, ma poi mi sono accorto di avere così tante cose da dire che c’era bisogno di una trilogia. Il personaggio di Kitty doveva essere ad esempio un personaggio chiave del primo capitolo invece è finita nel secondo. Storie fantastiche e di magia, perché crede vi sia tanto successo oggi per questo genere?Penso che il genere fantasy sia sempre stato popolare. Tuttavia oggi il senso d’incertezza che attraversa il nostro mondo crea un maggiore bisogno d’evasione. Naturalmente ci sono dei cicli e credo che anche la bolla del fantasy sia destinata ad esplodere prima o poi. Ma mi auguro che le cose originali e di valore resisteranno nel tempo. L’amuleto di Samarcanda è piaciuto anche alle case cinematografiche, tanto che presto verrà realizzato un film. Collaborerà alla sceneggiatura?No. Ho parlato con lo sceneggiatore, naturalmente, e abbiamo concordato insieme anche alcune modifiche per la versione cinematografica, ma non ho la competenza né il tempo per scrivere una sceneggiatura. Inoltre per me sarebbe molto faticoso mettermi a lavorare su ciò che ho già scritto e rivederlo in funzione delle esigenze del cinema. Ho completa fiducia in chi si occupa dell’adattamento e preferisco lasciare lavorare in pace quelli che conoscono il loro mestiere. Nathaniel ha molte similitudini con Harry Potter, sono entrambi orfani e apprendisti maghi, ma al suo opposto Nathaniel non è un “buono a tutto tondo” nelle sue azioni a motivarlo è la vendetta e come i suoi avversari usa e abusa dei suoi poteri per ottenere ciò che vuole. Come è nata l’idea di questo personaggio?Fin dall’inizio volevo che il mio protagonista fosse moralmente ambiguo. Ha caratteristiche positive, naturalmente: tenacia, fedeltà, lealtà, una buona dose di idealismo. Tuttavia ha avuto un’infanzia difficile. I genitori l’hanno venduto al governo a cinque anni e il suo padrone è anche il suo maestro e non è certo simpatico. Così è un personaggio in continuo conflitto con se stesso, e non solo con le avversità esterne. Penso di avere creato la figura di un ragazzino piuttosto diverso da altri personaggi di questo genere. Per scrivere questo libro ha abbandonato il suo lavoro come giornalista. Nel futuro intende fare lo scrittore a tempo pieno? Per il futuro prossimo scriverò e basta. Per anni il mio lavoro principale è stato quello del redattore, ma scrivere soltanto nei ritagli di tempo è molto faticoso. Spero di poter fare d’ora in poi lo scrittore a tempo pieno. Ha nuove storie in cantiere?Ho alcune idee, ma sono ancora piuttosto vaghe. Mi piacerebbe scrivere racconti di fantasmi, ma utilizzando una chiave originale. Per uno scrittore penso sia importante scrivere cose diverse, non fossilizzarsi. Detto ciò, Bartimeus ha 5000 anni di storia che meriterebbero, in qualche modo, di essere esplorati…In esclusiva per la redazione di For KidsSettembre 2005FOR KIDStutti i diritti riservati