Flavia Bujor
1 aprile 2004 di Redazione
Flavia Bujor

Si chiama Flavia Bujor è una giovane francesina di 15 anni figlia di emigrati romeni che ora vive a Parigi la città in cui ha scritto, a soli 12 anni, il suo primo romanzo Le tre pietre (Sonzogno, euro 16) diventando così protagonista di una bellissima fiaba: quella della ragazzina che sognava di diventare scrittrice. In molti l’hanno soprannominata «la signora degli anelli» il suo romanzo infatti è una storia fantasy che ha per protagoniste tre ragazze, la nobile Giada, la borghese Opale e la contadina Ambra e che al compimento dei loro 14 anni, secondo un’antica profezia, devono partire per un lungo e pericoloso viaggio in un mondo fantastico armate solo di tre pietre, con le quali dovranno affrontare le forze del Male. Ad esse, in sogno, si unisce Goa, coetanea gravemente malata che sul letto d’ospedale ha perso la voglia di lottare e di vivere. Abbiamo incontrato Flavia Bujor a Milano, dove è arrivata per presentare il libro, e nel suo sguardo timido e al tempo stesso appassionato oltre che nelle sue parole abbiamo ritrovato l’entusiasmo e la freschezza del suo romanzo dove, guarda caso, il credere nei sogni e nell’impossibile ha un ruolo fondamentale . Quando è nata l’idea di questo libro e dove l’hai scritto? L’idea è nata quando avevo 12 anni, poco prima delle vacanze estive. Ho preso dei fogli e ho iniziato a scrivere ovunque: sul metrò di Parigi, su un aereo per l’Irlanda, in treno per la Germania, sulla spiaggia. Quando avevo l’ispirazione scrivevo. Una volta rientrata a casa l’ho trascritto sul computer. In tutto ci ho messo sei mesi. Dopo aver rivisto alcune parti l’ho messo in una busta con una lettera di accompagnamento e l’ho spedito all’editore. Il libro è diventato immediatamente best seller in Francia e in Germania. Hollywood ne ha già acquistato i diritti per farne un film e il romanzo sarà presto tradotto in 17 lingue. Davanti a tutto questo successo come è cambiata la tua vita? Per me è stato un grande sogno poter scrivere questo libro e quando poi l’ho pubblicato mi sono resa conto che era solo l’inizio di un sogno che continua ogni giorno. Ma la mia vita è quella di una qualunque quindicenne, frequento il liceo, esco con i miei amici e compagni. Da grande farai la scrittrice? Mi piacerebbe continuare a scrivere e coltivare questa passione che è per me molto importante e divertente. Però vorrei fare anche qualcos’altro perché non posso scrivere e chiudermi all’interno della scrittura. Devo nutrirmi delle esperienze della vita, del mondo esterno, degli incontri con le persone. Quindi vorrei trovare un mestiere che mi consenta di viaggiare, certo avrà attinenza con la letteratura, le lingue e le storie perché sono queste le cose che mi piacciono. Oggi ami immaginare avventure e leggere libri, quando eri piccola i tuoi genitori ti leggevano molte fiabe? Si, i miei genitori inventavano sempre molte storie per me. Prima che mi addormentassi mio padre mi raccontava delle storie stupende oppure le fiabe classiche o della mitologia greca e celtica che mi affascinavano moltissimo. Tutta la mia infanzia è stata impregnata da fiabe e racconti, è un bagaglio per me molto importante. Nel tuo libro si parla del coraggio di lottare per conquistare ciò a cui si aspira. In base alla tua esperienza credi siano molti i ragazzi che per paura abbandonano i loro sogni? Questo è uno dei grandi problemi dell’attualità. Non solo i giovani rinunciano ai loro sogni ma non hanno nemmeno il coraggio di sognare. La gente ha paura di fuggire dalla realtà così confortevole e facile della vita di tutti i giorni e non osa neppure sognare, non osa offrire al sogno la possibilità di concretizzarsi. E quindi non vogliono lottare per realizzare questi sogni. Che cosa vorresti dire ai giovani? Vorrei che fossero consapevoli che stanno passando accanto alla vita, che la loro vita sta sfuggendo se non fanno nulla per cercare di aggrapparvisi, di prendere e di approfittare di questa vita trasformandola in quello che amano e vogliono. Vorrei dire loro che devono avere il coraggio di sognare e che devono anche crederci. Tra le quattro protagoniste del libro a quale ti senti più vicina? A Giada. All’inizio è molto esuberante, capricciosa ed egoista, un po’ immatura anche. A me affascina questo suo lato un po’ esagerato e un po’ estremo. Poi in seguito al viaggio che fa attraverso il romanzo diventa più matura e cambia. A quel punto è più vicina all’ideale che mi ero immaginata di una ragazza forte che è stata in grado di realizzare il proprio sogno. Nel libro si parla anche di gradi paure d’affrontare, qual è la tua “Paura”? Non è una paura in particolare, è un’angoscia generale che è presente in ognuno di noi. E’ l’angoscia di fronte alla vita, a questo senso dell’esistenza. Stai scrivendo altre storie? Da quando ho finito il primo libro ho avuto molte idee, alcune le ho cominciate a mettere su carta però non le ho portate a termine. Però ora sto scrivendo un secondo romanzo che è completamente diverso dal primo e sarà calato nella realtà di oggi. A cura di Lucia Dalla Cia Nella dedica per i lettori di FOR KIDS: “QUALCHE PAGINA DI SOGNO E UN SACCO DI BACI. FLAVIA” .

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