Mentre è in arrivo per Mondadori il suo nuovo romanzo abbiamo incontrato Jerry Spinelli, lo scrittore che ha vinto il più importante premio americano destinato agli scrittori per ragazzi, la Newbery Medal.Molti di voi lo avranno conosciuto come l’autore di Stargirl (Mondadori, 9,30 €) un romanzo di grande intensità sul coraggio, la forza della lealtà tra amici, l’anticonformismo e l’essere se stessi quando si impone la scelta tra seguire il gruppo e il proprio cuore. Il nuovo libro, in arrivo il 20 gennaio, affronta un’altra vicenda dura e difficile ma, al tempo stesso, piena di grande poesia e di uno straordinario colore umano. Misha corre (Mondadori, 9,50 €) ha per protagonista un ragazzino che vive di furtarelli per le strade della città, non conosce il proprio nome né chi siano i suoi genitori finché non incontra Uri, un altro giovane ladro, che lo ribattezza Misha e gli inventa un passato. Abbiamo incontrato Jerry Spinelli e abbiamo cercato di scoprire qualcosa di più su come nascono le sue storie e in particolare questo nuovo romanzo.Come trova l’ispirazione per i suoi libri?Sono tre le combinazioni magiche: innanzitutto la vita quotidiana, i ricordi e l’immaginazione.Per quello che riguarda la trama della storia mentre scrive sa in anticipo cosa succederà fino alla fine oppure le capita che un personaggio gli chieda di cambiare un finale o un momento della storia?Sì, succede proprio così. I so dove inizia la storia e talvolta so anche come dovrebbe andare a finire però molto spesso non so qual è il percorso che c’è tra questi due punti e quindi la costruisco giorno per giorno. Scoprendola io stesso man mano che si forma nella mia mente e sulla carta.Nei suoi libri anche i personaggi che fanno la parte dei cattivi in realtà non sono proprio così negativi. È come se in qualche modo aspettassero l’occasione per diventare migliori, per cambiare. Si tratta di una forma di ottimismo nei confronti dei ragazzi?Assolutamente sì. Quando ero all’università ci hanno spiegato che c’erano due tipi di letteratura. La letteratura del “Si” e quella del “No”. Mi piace pensare di essere uno scrittore che scrive della letteratura del “Si”, cioè una letteratura ottimista che ha speranza, che crede nei giovani. Ritengo che ciascuna delle mie storie racconti sempre delle realtà così come è senza mai dimenticare tutto ciò che vorremmo e che desideriamo con il nostro cuore ed i nostri desideri. È solo unendo queste due “realtà” che nascono le mie storie.Le ricapita di rileggere i suoi romanzi ?No, la rilettura delle bozze, prima che il libro venga pubblicato, è per me l’ultima lettura di quella storia. Non amo tornare sulle pagine già scritte un po’ per timore di trovarvi cose che vorrei cambiare ma soprattutto perché mi voglio dedicare a nuovi racconti. Scrivere, per me, è un grande gioco a cui non so rinunciare.Con che ritmo scrive?Niente di predefinito. Normalmente scrivo per un paio d’ore la mattina e talvolta anche nel pomeriggio e poi gioco con i miei nipoti.Quanti libri ha scritto?Ventiquattro libri ma i primi quattro non sono mai stati pubblicati, perché non li voleva nessuno.Dove è andata a finire Stargirl, che ha colpito così tanti lettori, ci sarà mai un seguito?Dove sia finita Stargirl non lo so. Per quanto mi riguarda la storia è finita, ora sta ai lettori costruire e immaginare una nuova vicenda con lei come protagonista.Da piccolo era un grande lettore?No, per nulla. Certo da bambino qualche libro l’ho letto. Mia madre, ad esempio, mi leggeva l’Elefante Babar mentre alle medie ho scoperto Robinson Crusoe e Sherlock Holmes. Ma ho iniziato a leggere davvero solo alla fine dell’università.Le è capitato di leggere storie, racconti e fiabe prima ai suoi figli e ora ai suoi nipoti?Sì, io e mia moglie abbiamo letto tanti libri ai nostri sei figli e ora lo facciamo con i nostri nipoti. Siamo assolutamente convinti che sia la cosa più bella che si possa regalare. Il nuovo libro in uscita a gennaio, Misha corre , è un libro duro ma che comunica una grande forza positiva. È d’accordo?Sì, Misha e i suoi compagni d’avventura vivono in una realtà estremamente difficile, sono dei piccoli orfani nel ghetto di Varsavia durante la seconda guerra mondiale. Il lettore vede tutto ciò che accade attraverso gli occhi di questo ragazzino che stenta a capire e a muoversi in una realtà spietata in cui i nazisti caricano uomini, donne e bambini sui treni per i lager. Misha riuscirà a scappare ma non l’amica Janina.In tutto questo ho cercato di dare spazio alla voglia di vivere che, anche in una realtà difficile, dura che sembra togliere ogni speranza, libera, in realtà, nell’aria i suoi semi. a cura di Laura OgnaIn esclusiva per FOR KIDS. La riproduzione, in qualsiasi forma è vietata