Jaqueline Wilson
2 gennaio 2004 di Redazione
Jaqueline Wilson

E’ uscito da poco il movimentato seguito di Gilrs in love (Salani, 10,00 euro). In Girls in stress (Salani, 11,00 euro) le tre grandi amiche nate della penna della scrittrice inglese Jaqueline Wilson, Ellie, Magda e Nadine cercano di cambiare il loro aspetto con conseguenze che sfuggono loro di mano. In attesa che a fine gennaio arrivi l’annunciato nuovo romanzo della scrittrice che sa raccontare con incredibile sensibilità e partecipazione il mondo delle giovani adolescenti, l’abbiamo incontrata per scoprire qualche segreto e un’anticipazione. Ha iniziato a scrivere giovanissima, è vero? Sì, ho sempre desiderato essere una scrittrice. La mia prima storia l’ho scritta su un quaderno a 9 anni e parlava di una grande famiglia e si intitolava The Mugles. Ma il primo romanzo che ho presentato ad un editore l’ho scritto a 17 anni. E il mio primo libro pubblicato era in realtà il ventiquattresimo che avevo scritto. Mi è sempre piaciuto inventare storie e all’inizio della mia “carriera” scrivevo libri per adulti, infatti, le mie prime opere pubblicate sono state cinque novelle molto dark, delle crime-stories che parlavano di delitti e gialli insolubili. Quando e perché ha deciso di scrivere solo per i giovani lettori? Crescendo mi sono resa conto che i libri per ragazzi che si trovavano il libreria erano molto zuccherosi, ogni cosa era sempre perfetta e giusta. Padri e madri erano raccontati in ogni situazione come persone molto gentili, felicemente sposati, senza problemi di soldi. E’ stato allora che ho pensato che mi sarebbe piaciuto scrivere dei libri più realistici: di genitori che si separano come accade spesso oggi, di famiglie in difficoltà, di rapporti difficili con gli amici. Insomma storie che vivono i ragazzi e le ragazze di oggi. Nei suoi libri le protagoniste sono spesso giovani ragazzine, come riesce a descrivere e a raccontare i sentimenti, le emozioni dei giovani in modo così accurato e preciso? Ricevo circa 200 lettere alla settimana nella mia casa in Inghilterra, scritte da giovani lettori che amano i miei libri e mi raccontano cosa li interessa, in questo modo rimango in contatto con loro e il loro mondo. Ha dei ricordi vividi della sua fanciullezza e dei suoi sentimenti da adolescente? Si, ho dei ricordi molto vivi e vicini. Ma io sono cresciuta nel XIX secolo e sono fermamente convinta che ora il mondo è molto diverso. I bambini ora non tornano quasi mai a casa da scuola non accompagnati, non giocano da soli per le strade e nei giardini. I bambini di oggi vedono molta televisione e imparano, conoscono tante più cose rispetto ai ragazzi della mia età. Un modo molto lontano da quello della mia fanciullezza. Ma in tutto questo i sentimenti sono gli stessi, è solo il contorno della vita che si è profondamente modificato. Come riesce a trasmettere nei suoi racconti, attraverso la voce dei protagonisti dei suoi romanzi, l’intensità delle emozioni che si vivono da adolescenti? Scrivo sempre in prima persona, e non è un caso. Quando scrivo, infatti, cerco sempre di calarmi nei panni dei miei personaggi. Proprio questa prospettiva in prima persona aiuta anche i miei lettori ad identificarsi nel personaggio. Alcune sue storie contengono degli elementi di tristezza che lei sempre mescola con una scrittura brillante ricca di humor. Quanto è importante per lei ibilanciare il riso e la tristezza nelle sue storie? Non voglio che i miei giovani lettori si deprimano leggendo i miei libri che indubbiamente affrontano argomenti non facili e spesso tristi: di famiglie che si dividono, di ragazzine senza una famiglia, di madri distratte e assenti, di problemi adolescenziali come l’anoressia o la difficoltà ad essere accettate dai compagni. Sono convinta che l’ironia sia una buona via per comunicare concetti importanti senza spaventare e senza annoiare. E poi, cerco sempre di trovare dei lieto fine anche alle storie più tristi. Ha una mascotte? La mia mascotte è un coniglietto, lo porto sempre con me, ovunque vada. Quando non riesco ad andare avanti con una storia gioco con lui facendolo dondolare. Rimango a guardarlo mentre oscilla come un pendolo quasi ipnotizzata e mi dico: “adesso riuscirai ad avere un’idea brillante per continuare il tuo libro”. E così succede! Ha letto molti libri? Nella mia casa ho circa 15 mila libri di altri scrittori Quanti libri ha scritto fino ad ora? Ne ho scritti 75 libri. A fine gennaio uscirà per Salani il suo nuovo libro, può anticiparci qualcosa? Girls by Night è un libro a cui tengo molto, in un certo senso è una storia“dark”. Questa volta Nellie e le sue amiche del cuore, Magda e Nadine, sono alle prese con una sorta di ossessione per gli affari di cuore. (a cura di Laura Ogna) In esclusiva per FOR KIDS. La riproduzione, in qualsiasi forma è vietata

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