Bruno. Il bambino che imparò a volare
13 gennaio 2012 di Redazione
Bruno. Il bambino che imparò a volare Autore: Nadia Terranova
Editore: Orecchio Acerbo
Illustrazioni: Ofra Amit
Anno: 2011
Collana:
Prezzo di copertina: €16,00
Età di lettura: da 10 anni

Settant’anni. Tanti ne sono passati da quell’autunno del 1942 in cui fu ucciso Bruno Schulz. Un ebreo fra i tanti, per il suo assassino. “Bruno. Il bambino che imparò a volare” quell’anniversario vuole ricordare. Ma sopra tutto, raccontandone l’infanzia e la morte ai ragazzi, invita loro, e noi tutti, a non scordare il suo ideale: “Maturare verso l’infanzia. Questa soltanto sarebbe l’autentica maturità”.

Fredda serata di fine autunno. Bruno Schulz è ancora bambino. La madre entra in camera sua e lo trova intento a nutrire alcune mosche con granelli di zucchero. Stupita, gli domanda cosa mai stia facendo. “Le sto irrobustendo per l’inverno.” Vero o falso l’aneddoto raccolto da David Grossman, di certo quel bambino non poteva immaginare che da lì a pochi anni non l’epoca geniale da lui sognata sarebbe sorta, ma una delle più buie dell’umanità. Un lungo inverno nel quale, come mosche, sarebbero morte milioni di persone. Ebrei, rom e sinti, malati di mente, testimoni di Geova, omosessuali, oppositori politici. Tutti umiliati, straziati, trucidati. Lui tra questi. A quel bambino che nutriva le mosche è dedicato il ricordo, delicato e poetico come le sue botteghe color cannella, di Nadia Terranova e Ofra Amit.

Un bambino, ebreo. La grossa testa lo rende incerto e impacciato nei movimenti, il carattere schivo e introverso. Curioso e attento a ogni cosa che lo circonda, è affascinato dalle eccentriche stravaganze del padre, dalle sue continue, stupefacenti metamorfosi. Lo perderà anzitempo, ma, non volendosene separare del tutto, fa rivivere quella straordinaria capacità del padre di riconoscersi e identificarsi in ogni oggetto, in ogni animale, in ogni persona nei suoi disegni e nei suo scritti. E nei racconti, in classe, ai suoi allievi. Fino a una giornata d’autunno del 1942, quando un ufficiale nazista lo uccide per strada. Persa la vita, persi i suoi scritti, persi i suoi disegni. Di certo non per caso, sarà una bambina a ritrovarli, anni dopo, in un vecchio baule nascosto in soffitta. Un ricordo di Bruno Schulz, un omaggio alla sua straordinaria fantasia.

L’autrice: Nadia Terranova, trentaquattro anni, messinese di nascita e romana d’adozione, è di casa presso vari editori. Redattrice, traduttrice, editor, ha curato anche un laboratorio di scrittura per bambini. Per ragazzi, insieme con Patrizia Rinaldi, ha scritto Caro diario ti scrivo, storia di sei dodicenni che diverranno scrittrici famose, da Anna Maria Ortese a Jane Austen. Pubblicato da Sonda nel 2011, ha ottenuto la menzione al premio Elsa Morante Ragazzi. Scrive anche per il teatro, ed è orgogliosa di far parte del gruppo di provocatori letterari “I libri in testa”.

L’illustratrice: Ofra Amit, ha 35 anni e vive in Israele, a Tel Aviv. Laureatasi al Wizo Canada Institute of Design di Haifa, divide la sua attività fra i libri per ragazzi, le immagini per il teatro e le illustrazioni per varie riviste e quotidiani. Per il suo lavoro ha avuto diversi riconoscimenti da Communication Arts, Applied Arts, The Society of Illustrators. Nel 2010 ha ottenuto la Gold Medal for Children’s Books Illustration attribuita dall’Israel Museum.

I disegni di Ofra Amit saranno in mostra dal 15 gennaio al 5 febbraio alla Gallerie Tricromia di Roma.

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